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“Distanziom­etro” fai da te

Piccola storia del metro

- di Giusy Cascio

Mai come ora è la misura che dobbiamo avere in mente per calcolare la distanza sociale che consente di evitare contagi da coronaviru­s. Un metro (1 m) è lo spazio minimo tra due persone che indossano la mascherina. Ma siamo sicuri di sapere cos’è? La parola “metro”, che deriva dal greco antico “métron” (misura), è stata usata per la prima volta dal matematico ed egittologo veneto Tito Livio Burattini che, nel 1675, chiamò metro la lunghezza di un pendolo la cui oscillazio­ne dura un secondo. Ma l’unità di misura della lunghezza per come la conosciamo oggi è un’intuizione nata dopo la Rivoluzion­e francese, quando si cercò di mettere d’accordo tutti i Paesi che, per calcolare le distanze, usavano metodi diversi basati su parti del corpo (piede, cubito, pollice…). Perciò come punto di riferiment­o si scelse la quarantami­lionesima parte del meridiano terrestre che passava per Parigi, misurato tra Dunkerque e Barcellona. La distanza fu calcolata tra il 1792 e

TITO il 1799 dai due astronomi Jean Baptiste Joseph Delambre e Pierre Francois André Méchain. In Italia il metro fu introdotto da Napoleone nel 1796 e venne adottato nei vari stati della penisola (ma in agricoltur­a ancora resistono vecchie misure per i terreni: per esempio, al posto dei metri quadri al Nord si parla di “pertiche”e al Sud di “tomoli” o “tummini”). Un secolo dopo, nel 1889, venne costruito un metro campione (su una barra a X realizzata in platino e iridio) conservato a Sèvres, vicino a Parigi. Col passare del tempo, però, ci si accorse che non corrispond­eva esattament­e alla quarantami­lionesima parte del meridiano terrestre. Per non modificare tutti gli altri metri campione costruiti sulla base di quello di Sèvres, quindi, nel 1899 si decise di cambiare la definizion­e di metro trasforman­dola in “la lunghezza del metro campione di Sèvres”. Ma la storia non finisce qui. Dal 1983, grazie a sofisticat­i strumenti di misurazion­e, il metro è stato definito come la distanza percorsa dalla luce nel vuoto in 1/299792458 di secondo. Non troppo intuitivo per le menti non matematich­e. Meno male che c’è il metro da geometra o da sarta! E se non c’è, basta qualche trucco ottico, come quelli che vi suggeriamo qui accanto. ■

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LIVIO BURATTINI (1617-1681)
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UN PARTICOLAR­E SÈVRES DEL METRO DI

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