Vari tipi di ruggine

Ho approfittato di questo periodaccio per porre fine a una serie di decennali manchevolezze della mia casa. O meglio, ha approfittato di me mia moglie, incaricandomi di svolgere, nel prestigioso ruolo di “aiutante”, alcuni lavori ormai indifferibili. Per esempio: il balcone della cucina era invaso da scatole e bidoni e dominato da un cupo armadio di metallo (di metallo quando l’avevo comprato, alla fine era una collezione di vari tipi di ruggine). E la cucina stessa: piena zeppa di vecchie pentole, piatti spaiati, oggetti misteriosi: c’era un coso che, dopo lunghe ricerche su Internet, ho scoperto che serviva a preparare la cioccolata calda (a casa mia non si fa dal 1980). Ho buttato via tutto, sudando su e giù per le scale. Il problema è che negli spazi liberati bisogna poi mettere i mobili svedesi arrivati per posta in pacchi poco più grandi di una scatola da scarpe, ma contenenti armadi di 2 metri per 3. Basta saper montare quei due-trecento pezzi. Un’impresa complicata, perché a me mandano esemplari difettosi: manca sempre qualche pezzo (la stranezza è che se a montarli viene uno capace, i pezzi per magia saltano fuori tutti). Comunque oggi la mia casa ha un altro aspetto e se verrete a trovarmi vi mostrerò il balcone, la cucina e molto altro. Stando, beninteso, sempre a distanza di un metro. Quel metro “salvavita” di cui ci parla Giusy Cascio nel curioso articolo che trovate a pagina 28.