Non chiudiamo la tv con la scusa dell’estate
Caro direttore, l’emergenza ha condizionato fortemente la stagione del piccolo schermo. L’ondata di repliche estive, alcune peraltro apprezzate dal pubblico, è praticamente iniziata con largo anticipo. Considerando quindi che quest’anno io e tanti altri non potremo andare in vacanza, perché i programmi che hanno continuato o ripreso ad andare in onda dovrebbero fermarsi? C’è bisogno di quattro mesi di ferie, dato che molti si fermano a fine maggio e riattaccano a fine settembre? Penso per esempio a “Che tempo che fa”: il contenitore di Fabio Fazio ha tanti autori, che potrebbero andare in ferie a turno, e offrire una versione ridotta, una sorta di “Che tempo che fa estate”. Cosa ne pensa?
Maurizio P., Modena
Caro Maurizio, lei ha ragione: quest’anno le vacanze e in genere l’estate saranno una variazione (si spera più serena) di quanto abbiamo vissuto negli ultimi mesi. E nonostante le annunciate riaperture, temo che la gente non uscirà di casa come un tempo, né viaggerà con tanta disinvoltura. Quindi la tv continuerà a giocare il ruolo fondamentale che ha avuto in questi tempi di isolamento. Infatti molti programmi hanno già prolungato la loro messa in onda. Ci sono in giro un po’ troppe repliche per i miei gusti, ma qualcosa di nuovo andrà in onda di sicuro. Che cosa faranno Fazio e i suoi autori non lo so, spero che vadano avanti il più possibile perché il loro programma mi piace, mi tiene informato e mi diverte. E in estate avrebbero tanti spunti in più. (a.v.)