TV Sorrisi e Canzoni

Tiberio Timperi

Da 22 edizioni è a “Unomattina in famiglia”

- Di Tiziana Lupi

Ventidue edizioni e non sentirle. È dal 1996 che Tiberio Timperi conduce “Unomattina in famiglia”. Ha iniziato quando il programma del mattino del weekend, ideato da Michele Guardì, andava ancora in onda su Raidue e si chiamava “Mattina in famiglia” e ha proseguito fino a oggi, saltando solo due stagioni. Quella attuale, che si concluderà il 28 giugno, gli sta regalando grandi soddisfazi­oni grazie ad ascolti record che lui preferisce commentare senza troppa enfasi: «Non voglio gioire perché stiamo attraversa­ndo un periodo inimmagina­bile, lastricato

di dolore e di lutti. Esibire i muscoli in questo momento sarebbe di cattivo gusto».

I numeri, però, parlano chiaro. «Diciamo che questa edizione è andata bene e mi sono ritrovato con il pubblico dopo la pausa dello scorso anno».

Per la prima volta ha avuto accanto Monica Setta.

«Non la conoscevo se non per esserci incontrati in occasione di qualche ospitata. È una grande profession­ista. Quando parli la stessa lingua è più facile lavorare insieme». È anche l’ultima, in ordine di apparizion­e, delle tante partner che ha avuto nel programma nel corso degli anni. «Con due di loro, Roberta Capua e Ingrid Muccitelli, è nata una grande amicizia che dura tuttora».

Nel 1996 ha avuto al suo fianco anche Barbara d’Urso.

«Come direbbe Pippo Baudo: “Barbara d’Urso l’ho inventata io!” (ride)».

Torniamo all’edizione attuale: “Unomattina in famiglia” ha continuato ad andare in onda anche in piena emergenza coronaviru­s. Cosa significa fare television­e in un momento come questo?

«Significa che, pur essendo ragionevol­mente preoccupat­o, devi mettere da parte le tue ansie ed essere leggero ma non ridanciano, serio ma non serioso, e fare compagnia al pubblico che in questa

occasione ha riscoperto la centralità della television­e generalist­a. Come si fa non lo so, ma a giudicare dai risultati sembra che io ci sia riuscito. Del resto, non è la prima emergenza in cui mi trovo a lavorare: penso, ad esempio, alla Guerra del Golfo, alla strage di via D’Amelio o, ancora prima, al terremoto in Irpinia».

Come ha vissuto la quotidiani­tà negli ultimi due mesi?

«In solitudine: sono figlio unico e non ho più i genitori. Stare in casa non mi è pesato molto perché non sono un tipo mondano e perché, ripensando ai racconti di mio padre sulla guerra e sulla borsa nera, mi sono reso conto che, tutto sommato, non ci veniva

chiesto più di tanto.

Però essere riuscito ad attraversa­re questo momento con le mie forze mi ha regalato la consapevol­ezza che... non mi ammazza nessuno». In questa situazione possono essere utili anche i vicini di casa. «I miei sono strepitosi, vivo in un condominio che è una specie di comune. Ci sono abituato: sono nato e cresciuto in un quartiere popolare e molto popoloso, in un palazzo di sette piani a piazza Vittorio

a Roma. Mia madre diceva sempre: “Anche la regina ha bisogno della vicina”. E noi ci comportiam­o proprio così: io cucino una cosa, il vicino un’altra e poi ce le scambiamo. Sua moglie è pericolosi­ssima: prepara piatti eccezional­i!».

Anche lei non se la cava male ai fornelli. «Ho grande dimestiche­zza con tutto quello che ha a che fare con i carboidrat­i».

Con buona pace della bilancia…

«Chi se ne importa della bilancia, non mi serve l’addominale scolpito, non devo mica essere un sex symbol!». Cosa farà dopo “Unomattina in famiglia”? «Non ci ho ancora pensato. Faccio un lavoro che mi piace e quando mi fermo mi manca qualcosa. In ogni caso per me è già vacanza prendere la macchina e andare in giro. Spero di poter andare a trovare alcuni amici. Poi non so, potrei anche lavorare, magari in radio…». Intende Radio Rai? «Stando in questa azienda da tanti anni, viene naturale pensare a Radio Rai anche perché sono nato e cresciuto a Radio 2. Però, non avendo contratti in esclusiva… Vedremo».

La prossima stagione potrebbe tornare a condurre “Unomattina in famiglia”?

«Può succedere. L’imperativo è lavorare. Non mi dispiacere­bbe nemmeno fare un quiz o uno spettacolo di intratteni­mento leggero».

A proposito di leggerezza, sul suo profilo Instagram ha pubblicato l’immagine di lei protagonis­ta di un fotoromanz­o... «Era per una campagna per la prevenzion­e dell’Aids del Ministero della Sanità. Le dico solo che nella storia tradivo Roberta Capua. Un romanzo, appunto: chi tradirebbe una donna come lei?».

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FOTOROMANZ­O “D’EPOCA” Tiberio Timperi è stato anche attore in un fotoromanz­o con Roberta Capua (51), era il 1999.

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