Voglio portare al mare
Verona deserta, facendo emozionare il pubblico di tutto il mondo
va un incitamento, un “siamo arrivati!”. È esploso l’entusiasmo del pubblico proprio nel momento in cui, subito dopo, stavo entrando io, sembrava che il boato fosse per me. Allora ho pensato: “Io nella vita voglio fare questo!”. È stata una folgorazione. E non finì lì».
Cosa è successo poi?
«Ricordo che cantai “One” degli U2 come primo pezzo. Attaccai: “Is it getting better…” con il mio inglese da 4 in pagella. La professoressa di inglese era in prima fila. Il giorno dopo entrò in aula e mi disse: “Bravo Diodato, la pronuncia non era male”. Da quel giorno il 4 è diventato 7. E ho capito che la musica mi avrebbe salvato la vita
Torniamo a oggi: è appena uscito il suo singolo “Un’altra estate”.
«Posso dire che è nato da un altro rumore che amo tantissimo: quello del mare. Ho avuto la sensazione di sentirlo parecchie volte qui a Milano in questi mesi. Può far ridere ma è così. Aprivo la finestra e c’era quel silenzio che di solito appartiene ai luoghi di villeggiatura la mattina presto. E ho avuto la sensazione di stare al mare». È partito da lì?
«Sì. E dalla considerazione di quanto fossero speciali le cose che prima ritenevamo banali, come poter andare al mare. Tutti noi abbiamo sofferto, alcuni di più perché hanno perso i propri cari, ma ho pensato che nei momenti difficili che ho vissuto il mare mi ha sempre aiutato. La cosa strana è che solo un anno fa non avrei mai scritto un ritornello così: “E ce ne andiamo al mare…”, l’avrei considerato banale, invece ora credo che delle parole così semplici siano legate a questo periodo storico. C’è bisogno di leggerezza. Ma non volevo la canzoncina estiva spensierata, volevo un brano che contenesse consapevolezza del periodo che abbiamo vissuto e dell’inverno dell’anima che stiamo vivendo».
È il suo anno: con “Che vita meravigliosa” ha vinto anche il David come Migliore canzone originale per il film “La dea fortuna”.
«E io lo sto ancora aspettando E sto aspettando pure il Telegatto che il direttore di Sorrisi mi ha promesso! Ci tengo tanto e penso proprio di essermelo meritato quest’anno, no?».
Avrà un bell’affollamento di premi a casa.
«Già. Avrò molto da spolverare... ■