Paola Perego
Racconta in un libro biografico la lunga battaglia
Racconta la sua battaglia contro gli attacchi di panico .............
Paola Perego non è una donna fredda e poco empatica. Qualcuno forse l’ha pensato vedendola in tv. Ma non è così. La verità è che Paola Perego è stata vittima di un “buco nero” che per anni, anzi per quasi una vita intera, ha annullato le sue emozioni che si ripresentavano sotto forma di “Mostro”. Così Paola ha ribattezzato gli attacchi di panico di cui parla nel libro “Dietro le quinte delle mie paure”. Un’autobiografia dove la conduttrice si mette a nudo senza vergogna, svelando come questo disturbo, iniziato quando aveva 16 anni, ha influenzato la sua vita.
Paola, perché ha deciso di raccontarsi in questo libro?
«È stato tanto liberatorio scriverlo. L’ho fatto perché le persone che soffrono di attacchi di panico sono tantissime ma molte si vergognano di parlarne. Si pensa di essere deboli, ma è un disturbo vero e proprio che va curato. Ho deciso di parlarne liberamente ora che ne sono uscita. Volevo che i miei figli conoscessero questa storia e sapessero chi sono e il perché di certi miei comportamenti».
Che cosa le hanno detto i suoi figli quando lo hanno letto?
«Non sono molto loquaci, vivono tutto dentro. Hanno detto che è bello e che gli è piaciuto. Niente altro. Però lo vedi dall’atteggiamento. Ora c’è la sensazione che ci si conosca meglio».
Quanto coraggio c’è voluto per mettersi così a nudo?
«Più che altro è stata incoscienza, non ho vie di mezzo. Una volta iniziato, non ho avuto filtri e ho raccontato tutto. Quando ricominci a vedere il mondo a colori e torni a respirare vuoi che anche gli altri che ne soffrono capiscano che possono farcela. L’ho scritto questo inverno, ci ho messo circa quattro mesi perché ogni volta che lo rileggevo lo cambiavo. Volevo che si capisse bene di cosa tratta».
Perché per anni non ne ha parlato quasi con nessuno?
«È una cosa comune, non sa quanti messaggi mi stanno arrivando da persone che stanno combattendo questo disturbo o ne sono uscite. Quando ho avuto il primo attacco, a 16 anni, ancora non se ne parlava, mi dicevano che era un esaurimento nervoso, poi è scoppiato il boom. Come per la depressione, che prima era un tabù e ora è stata sdoganata».
Questo disturbo ha influenzato la sua carriera?
«In parte penso di sì: avevo l’autostima azzerata, non mi proponevo, forse avrei potuto conquistare i miei traguardi con meno fatica, invece le cose mi sono successe per caso».
Essere spesso in onda forse non era l’ideale visto il suo problema…
«In tv sembravo serena, ma in realtà fingevo. Ero sempre sotto farmaci e controllo medico, se no
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