TV Sorrisi e Canzoni

Un delitto perfetto

- di Aldo Vitali av@mondadori.it

Anni fa ho accettato di fare una gita con dei conoscenti per visitare una certa grotta vicina a casa mia in Toscana: «Ma mi raccomando, Aldo: nessuno sa che esiste, né deve saperlo. L’abbiamo scoperta noi ed è un segreto» disse il caposquadr­a mentre mi spingeva con forza per le spalle cercando di infilarmi in un buco strettissi­mo. La grotta era buia e faceva molto freddo. C’erano tante stalattiti e stalagmiti da ammirare (loro) e su cui inciampare e battere la testa (io). Sarei tornato volentieri in superficie, ma i miei amici speleologi non erano mai sazi di anfratti da perlustrar­e. Così la gita che doveva durare una mattina mi fece perdere un giorno intero (compresa la partita, perché era domenica). Non sto a raccontarv­i la fatica per tornar su da quel buco, né la paura che mi prese quando tutti erano già fuori e io non riuscivo ad aggrapparm­i alla roccia: da quando in qua si lascia per ultimo il più inesperto? O fu, come pensai in seguito, un tentato omicidio? Un delitto perfetto: se nessuno sapeva dell’esistenza di quella grotta, quando mai mi avrebbero ritrovato? Alla fine non so come riuscii a rivedere le stelle, ma giurai a me stesso che non sarei mai più sceso in una grotta. E non cambierei idea nemmeno se mi invitasse il mio amico Roberto Giacobbo (che ci parla di spedizioni sotterrane­e a pag. 36). Anche se in quel caso non dovrei avere problemi a superare i pertugi più stretti: se ci passa lui che è alto due metri...

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