TV Sorrisi e Canzoni

Di cyclette e yoga

Oltre 700 ore di programmi in nove mesi

- (ride)». «No, un mio vecchio direttore (giornalist­a scomparso nel 2007, che ha diretto “L’Europeo”, “Panorama” e “L’Espresso”, ndr) di Giusy Cascio

scaletta di “Stasera Italia” online riesco a farli anche negli intervalli pubblicita­ri di “Forum”».

Gli abiti che mette in tv li decide la sera prima?

«Quelli che indosso a “Forum” li sceglie la costumista, Mariella. Per “Stasera Italia”, invece, li prendo io dal mio armadio. Lì è diverso, ho un altro stile e sono seduta, un mezzobusto».

Chissà che fatica stare tante ore sui tacchi…

«Non uso scarpe altissime. Tacco 7-6, ogni anno che passa, abbasso di un centimentr­o. Con l’età bisogna stare attenti… a non cadere in studio, ma anche alle luci in video, soprattutt­o noi che non ci siamo fatte la plastica

In classifica la seguono Sveva Sagramola e Tiziana Panella.

«Pensavo Barbara d’Urso».

È quarta, infatti.

«Comunque sono colleghe che stimo. Vogliamo dirlo? La tv è femmina: le donne costano meno e lavorano di più, è un dato di fatto».

Nella prossima stagione manterrà il record?

«Facciamo le corna, ma direi che, se reggo, sì».

Mai pensato di mollare? che purtroppo non c’è più, Claudio Rinaldi

diceva che lavorare è meno noioso che divertirsi».

E come concilia il lavoro con la famiglia?

«Mio marito lo vedo la sera a casa. In tempi normali lo raggiungev­o a cena da amici, oppure al cinema. Speriamo che si torni presto alla vita com’era prima del Covid».

È stata una stagione dura per tutti.

«Io ho avuto paura subito: già a febbraio tutti attorno a me portavano la mascherina. E io, intervista­ndo tanti medici, ho capito che era la prima cosa da fare per contenere i contagi, per questo sono fiera di aver mostrato in diretta a “Stasera Italia” come si poteva costruire in casa, con la carta da forno. Durante la quarantena molti italiani a casa in telelavoro hanno scoperto “Forum” che prima non vedevano perché erano in ufficio. Abbiamo un pubblico nuovo e anche le repliche stanno andando benissimo».

Molti dei suoi anni migliori Carlo Conti li ha passati a fare... “I migliori anni”. Poteva il programma sfuggire alla sua stessa logica, che è quella di farci rivivere le pagine più emozionant­i della nostra storia? Certo che no. E allora ecco “I migliori dei Migliori anni”, un’antologia dei momenti più belli dello show, che Raiuno propone (in otto puntate) dal 10 luglio. Cambiano volti, canzoni, persino la formula della gara, ma al centro c’è sempre lui: Carlo Conti. È il momento giusto per chiedergli di svelarci tutto su un programma che era partito come “un esperiment­o” ed è diventato un caposaldo della television­e.

Carlo, come è nato “I migliori anni”?

«Era il 2007 e sentivo nell’aria una gran voglia di “dance” in stile Anni 70. Era di moda. Allora mi sono detto: perché non riproporre il meglio dello spettacolo che ci ha preceduto? È un programma di memoria e ha due tipi di pubblico: chi allora c’era già ritrova i suoi idoli e le canzoni preferite. I più giovani li scoprono».

Il titolo del programma

DAL GETTONE TELEFONICO AL BOMBER: UN OGGETTO PER OGNI DECENNIO

RENATO ZERO (69)

è stato ispirato dalla canzone di Renato Zero o, viceversa, l’avete scelta come sigla proprio perché si adattava al titolo?

«È andata così. Stavo viaggiando in auto da Firenze a Roma e mi stavo scervellan­do per trovare un nome alla trasmissio­ne quando, alla radio, è partita “I migliori anni della nostra vita” di Renato. E mi ha illuminato». Il programma propone una gara tra i decenni 60, 70, 80 e 90. Qual è il suo decennio preferito e perché?

«Infrango le mie stesse regole e scelgo il decennio tra il 75 e l’85: 10 anni durante i quali quella che era la mia passione è diventata la mia

Gli oggetti che a Carlo Conti ricordano di più il passato sono...

«Anni 60: il gettone e la cabina del telefono. Ero un bambino e ogni volta che

«Perché il punto forte dello show è che non ripropone sempliceme­nte canzoni e ricordi, ma li fa rivivere attraverso i protagonis­ti originali. E non ci sono abbastanza artisti degli Anni 50 ancora attivi da invitare».

A proposito degli ospiti. Lo so che ora dirà che è impossibil­e sceglierne solo uno ma lo faccia per Sorrisi... Chi l’ha resa più felice?

«Ma come faccio a dirne solo uno? Vabbè, facciamo due: Giancarlo Giannini e Mariangela Melato di nuovo insieme

MARIANGELA MELATO (1941-2013)

uscivo da solo la mamma si assicurava che avessi un gettone e un foglietto col numero di casa».

«Anni 70: i pantaloni a zampa d’elefante. Non

posso vederli senza «Sylvester Stallone si è presentato con un “Ciao Carlo” e poi si è messo a firmare autografi. Avevamo già fatto a braccio di ferro a Miss Italia. Non mi chieda chi ha vinto».

Il più commovente?

«Johnny Dorelli è venuto a trovarmi dopo una lunghissim­a assenza dai riflettori e ha cantato una “E penso a te” da brividi. Anche Tomas Milian fece un intervento davvero toccante».

Il più divertente?

«Paolo Villaggio si è presentato vestito di tutto punto da Fantozzi e ci ha fatto

SYLVESTER STALLONE

ricordare quel fantastico decennio psichedeli­co». «Anni 80: il bomber. Era il giubbotto per chiunque volesse essere alla moda».

«Anni 90: il cd. Si è imposta la musica digitale e nulla è stato più come prima: comodità, resistenza e qualità del suono in un oggetto minuscolo».

ZUCCHERO (64)

Il rimpianto più grande? «Ho corteggiat­o a lungo Donna Summer ed ero quasi riuscito a convincerl­a a venire da me, “incastrand­o” l’ospitata con uno dei suoi rari viaggi in Europa... Ma poi non siamo riusciti a far coincidere le date ed è sfumato tutto».

Ci dice, secondo lei, il punto forte di ogni decennio che fa gareggiare?

I titoli dei “medley” di Anna Tatangelo chi li sceglieva?

«Io! Un’occasione imperdibil­e per far venir fuori il dj che è in me».

Alla regia, quasi sempre, Maurizio Pagnussat. Come in tanti altri suoi programmi. C’è un motivo?

«A parte che è bravissimo, la tv moderna richiede tempi sempre più veloci e quindi devi avere una squadra affiatata, gente con cui ti capisci con uno sguardo e non devi fermarti a discutere ogni volta i dettagli. Altrimenti sei nei guai».

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«PER AIUTARE LA CONCENTRAZ­IONE FACCIO YOGA»
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(74) (83) JOHNNY DORELLI

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