Io ero una brava alunna, ma in matematica...
«Una volta al liceo il professore mi restituì il compito facendomi ok con lamano» racconta la conduttrice. «Ma non era un ok, voleva dire zero!»
Dal 5 aprile si torna fra i banchi con la seconda edizione di “Back to school”, sei puntate in cui 30 famosi ripetenti, istruiti da un gruppo di bambini-maestrini, devono preparare l’esame di quinta elementare davanti a una commissione di veri insegnanti. A fare gli onori di casa, Federica Panicucci.
Federica, quanto è emozionata per questa nuova avventura?
«Tanto, poi segna il mio ritorno su Italia 1, la rete che mi ha lanciato. Qui ho condotto “Festivalbar”, “Unomania”, “Smile” e “La pupa il secchione”, solo per citare alcuni programmi».
La formula resta la stessa?
«È invariata, ma le sorprese saranno tante, a cominciare dalla presenza del comico Scintilla, che ha il compito di vigilare sui ripetenti, anche se vi assicuro che alla fine ho dovuto vigilare io su di lui!».
Come se la sono cavata i 30 ripetenti famosi?
«Ci saranno situazioni inattese: nomi sulla carta dati per favoriti davanti alla commissione potrebbero sorprenderci. Vi dico solo che uno dei 30 si è rifiutato addirittura di fare l’esame...».
Chi tra loro avrebbe voluto come compagno di classe?
«Tutti, sarebbe stato divertente! Alcuni sono molto indisciplinati, altri invece sono stati diligenti. Proprio come succede a scuola, ci saranno punizioni e castighi».
Dei maestrini cosa può dirci?
«Sono tutti cambiati, tranne due: sono meravigliosi. Le clip sui vip al Collegio della Guastalla, a Monza, sono esilaranti».
Se tornasse bambina e fosse una delle maestrine, che materie potrebbe insegnare?
«Non mi sentirei a mio agio in questo ruolo. Se proprio dovessi scegliere, forse insegnerei Storia dell’arte».
Se invece fosse una ripetente, in cosa rischierebbe la bocciatura?
«In matematica, senza dubbio. In seconda superiore avevo fatto un test. Il prof mi chiamò alla cattedra per ridarmelo facendomi ok con la mano. Pensavo fosse andato bene, invece era uno zero. Ecco perché mi sono buttata sullo studio delle lingue, inglese, francese e tedesco. Alla Maturità ho portato letteratura tedesca. All’università prima ho frequentato Lingue, poi sono passata a Giurisprudenza, ma il lavoro a un certo punto mi ha talmente assorbito che ho dovuto fare una scelta. Ancora oggi penso alla laurea mancata con un po’ di rammarico. Mai dire mai…».
Che ricordo ha delle elementari?
«Piacevole, divertente. Eravamo una bella classe e siamo ancora in contatto, anche se l’ultima volta che ci siamo visti è stata dieci anni fa. Abbiamo una chat su WhatsApp dove ci scriviamo. Avevo una maestra meravigliosa, era come una mamma».
Ricorda il suo esame di quinta?
«Sì, ricordo l’ansia e l’impegno messo, ci tenevo andasse bene e fortunatamente fu così. Ho sempre studiato molto per arrivare il più possibile preparata agli esami o alle verifiche. Che poi è quello che dico anche ai miei figli: più impegno ci metti, più si ottengono risultati positivi».
Copiava o faceva copiare?
«Entrambe le cose. Magari un giorno non avevo fatto i compiti e me li passavano le amiche. Il giorno dopo capitava a loro e glieli passavo io».
Che studentessa era?
«Mi divertivo, studiavo per avere buoni risultati, fallivo e vincevo come tutti».
In condotta quanto aveva?
«Non ricordo. Ma non ero indisciplinata, anzi, stavo molto attenta in classe così a casa potevo studiare meno».
Se invece di condurre le avessero proposto di fare la ripetente?
«Per fortuna non me l’hanno proposto».
Avrebbe paura, eh?
«Ovvio che sì. Provate voi a tornare sui banchi di scuola (ride)!».