TV Sorrisi e Canzoni

Io, De André, Topo Gigio e quegli innamorati a Milano

Ha scritto il suo capolavoro scherzando al pianoforte. «E so che ci sarà sempre qualche fidanzato che la canterà»

- Di Enrico Casarini

Quello di “Innamorati a Milano”… «Sì,. forse non sono mai stato capace di portare 50 mila persone in uno stadio, e non posso certo essere ricordato per aver scoperto la penicillin­a. Però so che anche quando non ci sarò più, ci sarà qualcuno che canterà “Innamorati a Milano”».

Quello che lo scorso ottobre è stato allontanat­o dal cast di “Oggi è un altro giorno” per una mano troppo invadente nei confronti della collega Jessica Morlacchi… «Sì, è stata una cosa riprovevol­e. Ho chiesto scusa, ma rimane una cosa riprovevol­e anche se fatta in modo ingenuo. Purtroppo finora le mie scuse non sono state accettate, visto che nessuno mi ha più chiamato».

La vita ha fatto uno strano scherzo a Memo Remigi. Lo ha incastonat­o tra due “eventi” così nitidi e forti da apparire definitivi. Da poter inghiottir­e 60 anni di carriera e i precedenti 24 di giovinezza, anche “avventuros­a”. Lui, invece, ha voluto ripercorre­re tutto in “Sapessi com’è strano”, un’autobiogra­fia senza omissione di argomenti. Remigi, lasciamo per il momento l’attualità, giochiamo coi ricordi. 1962, primo 45 giri: “Ti amo / Le tue lacrime”, inciso per la Karim, l’etichetta che stava lanciando anche Fabrizio De André… «Con Fabrizio c’eravamo conosciuti prima, però. Al mare. Io andavo a Santa Margherita Ligure, ma il ritrovo di tutti i ragazzi era Portofino, e Fabrizio lo vedevo lì: un po’ strano, con quei capelli sull’occhio, la sigaretta fissa… Come aspetto ricordava una sorta di esistenzia­lista, diciamo. Penso che avesse già cominciato a scrivere canzoni. Abbiamo riparlato della Liguria e della Karim un’estate di tanti anni dopo, quando sono andato a trovarlo in Sardegna».

Quando ha conosciuto, invece, la musica?

«Mio padre suonava a orecchio (come me!) pianoforte e fisarmonic­a. La domenica facevamo dei concertini, con mamma che canticchia­va le canzoni dell’epoca. I cavalli di battaglia erano “Cavallino corri e va” e “Rosamunda”, un pezzo “di prestigio” per i fisarmonic­isti.

La mia passione, comunque, era il calcio. Giocavo nelle giovanili del Como, quando il Como era in Serie A. Le partite mi logoravano così tanto, però, che il medico consigliò a mio padre di farmi fare uno sport più leggero».

E così diventò un giovane campione di golf. Nel 1957, a 19 anni, al Golf club Villa d’Este, nel comasco, sconfisse Bing Crosby, un mito assoluto della musica e del cinema.

«Lui giocava molto bene. Io meglio. Crosby era in Francia per incidere un disco ed era venuto in Italia

MEMO REMIGI (84) per fare una “passeggiat­a”. Lo ricordo molto concentrat­o, sempre con la pipa in bocca. Un uomo di classe. Ammiravo ogni colpo: avrebbe anche potuto mancare la pallina, ma per me era comunque un dio. Cercai di fargli capire che amavo la musica, che stavo iniziando a scrivere canzoni… Alla fine della partita mi volle regalare un “acetato” (era la stampa “di prova” di un disco appena registrato, ndr) del suo ultimo album».

Nel 1964 arriva “Innamorati a Milano”…

«Nasce nell’ufficio del mio mentore, il Maestro Giovanni D’Anzi. Era stato lui che mi aveva spinto a dedicarmi alla musica. Insomma, sto suonando al pianoforte questa melodia e scherzo con le parole: “Sapessi com’è bello sentirsi innamorati a Mondello… Sapessi come stona sentirsi innamorati a Verona…”, quando entra Alberto Testa, il paroliere con cui avrei scritto tantissime canzoni, un amico straordina­rio. D’Anzi gli dice che ho un gran talento, ma che sono un fesso perché suono a orecchio e poi mi dimentico tutto: “E adesso fa anche lo scemo con le rime” aggiunge. Testa lo ferma: “Si potrebbe fare «Sapessi com’è strano sentirsi innamorati a Milano»?”. Io la suono e D’Anzi, l’uomo che aveva scritto “O mia bela Madunina”, dice: “Eh, ma questa chi l’è bèla!”».

Nel 1979, nel programma per ragazzi “L’inquilino del piano di sotto”, duettò per 12 settimane con Topo Gigio. Che ci dice di lui?

«Ma sa che bello è quando dei genitori mi chiedono di fare la voce di Topo Gigio per i loro bambini? Io attacco subito con uno: “Strapazzam­i di coccole!”. I bimbi mi guardano come se fossi un cretino, ma i genitori impazzisco­no di gioia. Topo Gigio… Le giuro che interloqui­vo con lui come se fosse stato un essere vivente e non un pupazzo».

Che cosa mi dice, invece, se le canticchio

“Salvatore, Salvatore…”?

«“...sospendiam­o di fare l’amore”! Una delle mie poche canzoni allegre, scritta nel 1972 con Vito Pallavicin­i per Ombretta Colli. Alcuni amici mi dissero: “Perché non te la tieni? È la volta che vendi qualche disco!”. Ma come facevo a cantare per Salvatore? Senza dir nulla a Pallavicin­i, avevo pensato a un testo dedicato a una Filomena, perché i nomi hanno le stesse sillabe: “Filomena, Filomena, far l’amore non vale la pena”. L’ho abbandonat­o subito».

Sua moglie è mancata due anni fa…

«In casa ci sono tutte le sue cose, ogni giorno apro la finestra della sua camera. Mio figlio Stefano dice che dovrei traslocare, ma per me è come se fosse ancora qui. È come se fosse andata a fare un giro: prima o poi torna».

Che cosa le avrebbe detto la sua Lucia del “caso Morlacchi”?

«Mi avrebbe bastonato di brutto, mi avrebbe torchiato: “Ma che cosa t’è saltato in mente, con i tuoi scherzi, con la tua goliardia del cavolo!?”. Nella vita di cavolate ne ho fatte tante e lei non mi ha mai giustifica­to. E ci sono cose che non si possono giustifica­re…».

Ma lei in tv ci torna?

«Sicurament­e!». ■

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MEMO CON IL FIGLIO STEFANO (55) NEL 1981. SONO A MONTICELLO (LC), LA LOCALITÀ BRIANZOLA DOV’È CRESCIUTO REMIGI
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LA SFIDA DEL 1957: REMIGI E BING CROSBY (1903-1977). GIOVANE AZZURRO DI GOLF, MEMO BATTÈ IL CANTANTE DI “WHITE CHRISTMAS”
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L’autobiogra­fia “Sapessi com’è strano” (Sperling & Kupfer, 224 pagine; 19,90 euro) è in libreria dal 28 marzo.
IN LIBRERIA C’È L’AUTOBIOGRA­FIA L’autobiogra­fia “Sapessi com’è strano” (Sperling & Kupfer, 224 pagine; 19,90 euro) è in libreria dal 28 marzo.
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MEMO (VERO NOME EMIDIO) E LUCIA RUSSO SPOSI NEL 1966, DOPO CINQUE ANNI DA FIDANZATI. ANZI, DA “INNAMORATI A MILANO”

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