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«È UN’EMOZIONE FORTE E SCONVOLGEN­TE!»

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Ache età è diventata nonna? «Avevo poco meno di 60 anni. Prima è arrivato Luca e poi Virginia con cui ho un rapporto ottimo che ovviamente è cambiato negli anni. Ora hanno una loro vita, ma ci sono sempre».

La notizia l’ha emozionata?

«Mia figlia Michela era sposata da più di un anno e mi disse: “Mamma aspetto un bambino!”, è stata una cosa sconvolgen­te».

Niente crisi esistenzia­li? «Macché, io vorrei diventare bisnonna! Non ero di quelle che dicono: “Sono ancora belloccia, è presto”. Quando è nato mio nipote ho avuto un’emozione forse più forte di quando è nata mia figlia».

Come mai?

«Ho partorito in modo naturale con tutti i dolori del caso. Quando è nato mio nipote ho provato solo gioia. Sono voluta entrare in sala parto e quando l’infermiera ha preso il bambino e l’ha avvolto in un lenzuolino le ho detto: “Lo dia subito a me!”. Finché Michela ha detto: “Mamma, dallo anche a Marco che è il papà!”».

La prima volta che suo nipote l’ha chiamata “nonna”?

«Ce l’avevo in braccio e continuavo a dirgli: “No-nna, no-nna” e lui: “Ma-mma” e io continuavo: “No! No-nna”, alla fine disse: “Nogna” e io tutta felice».

Vizia i suoi nipoti?

«Neanche tanto, ma se i genitori devono educarli, i nonni possono fare la parte più serena e godereccia. Avevo un barattolon­e di Nutella: “Nonna tella, nonna tella” mi chiedeva Virginia e io gliela davo a cucchiaiat­e».

La richiesta più assurda che le hanno fatto?

«Luca, a 12 anni: “Nonna, io aspetto un po’ di anni e poi tu mi compri la Ferrari, vero?”. “Senz’altro, amore”».

Cosa hanno preso da lei?

«Virginia è estroversa, ha una bellissima voce e un temperamen­to artistico. E quando siamo truccate mi somiglia pure».

Il suo insegnamen­to?

«Il rispetto degli altri».

E cosa hanno insegnato a lei i suoi nonni?

«Con nonno Adamo e nonna Armida, i genitori di mia mamma, il ritornello era: “Lavoro, lavoro, lavoro e onestà”. Un’ossessione. Una volta da bambina avevo raccolto delle castagne, mia nonna mi chiese: “Dove le hai prese?”. Io indicai un campo e lei me le fece riportare, piangendo, al proprietar­io».

Lei è una nonna piena di impegni. I nipoti l’accompagna­no?

«Ogni tanto. Con Virginia e Michela andremo a Napoli per giocare a “Reazione a catena”».

Sono fieri di lei?

«Mi dicono: “Nonna riposati: vai sempre in giro a cantare, ti stanchi”. E io rispondo: “Ragazzi non rompete, prima o poi andrò in pensione”». ■

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