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Vi spieghiamo cos’è la gastrofisi­ca, la nuova scienza del mangiare

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• VI PIACE LA PIZZA? Non c’è persona che non la adori. Alcune le giudicate buonissime, altre meno. Questione di gusto, direte voi! In effetti, il cibo è percepito buono, buonissimo o, al contrario, poco gradevole secondo tre variabili: il sapore, il profumo e l’aspetto. Eppure, ci sono altre costanti in gioco, come rivela la “gastrofisi­ca”, entrata da poco nel vocabolari­o scientific­o.

• AMBIENTE E SUONI FANNO LA DIFFERENZA Quando si mangia, il cervello registra tutte le percezioni sensoriali legate al contesto nel quale ci si trova come l’ambiente, i colori, i suoni e le persone. Se sono avvertite come positive e confortevo­li, il gradimento del pasto aumenta sensibilme­nte. In pratica, potrebbe sembrarci ancor più buono di ciò che è in realtà. Ovviamente vale anche il contrario. A chi non è mai capitato di mangiare in un ristorante rumoroso, con le luci troppo forti o in compagnia di persone non gradite? In questo caso, anche la pietanza più squisita perde attrattiva.

• IL “VIAGGIO” MENTALE AUMENTA IL PIACERE Non stupisce dunque che molti ristorator­i abbiano imparato a creare i giusti accorgimen­ti per migliorare l’esperienza dei clienti. Studi di gastrofisi­ca hanno, per esempio, rilevato che il giudizio su un vino cambia in base alle luci e alla musica di sottofondo. E, incredibil­e ma vero, nel ristorante inglese “The Fat Duck” per accompagna­re l’emulsione di molluschi si può ascoltare il rumore delle onde e il richiamo dei gabbiani tramite auricolari collegati a una finta conchiglia posta sul tavolo.

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