SOLDI E CALCIOSCOMMESSE
Buonasera direttore, ci risiamo! Ancora una volta il calcio italiano è scosso dalla vicenda del calcioscommesse. E questa volta non sono calciatori a fine carriera a essere coinvolti, ma giovani talenti. Soldi, soldi e ancora soldi sono il denominatore comune che fa volare in Arabia Saudita l’ex Commissario tecnico della Nazionale Roberto Mancini e getta nella bufera calciatori professionisti e milionari. Tutto questo alla faccia del fair play, della buona educazione verso migliaia di ragazzi che li ammirano. Lei direttore, che è un grande appassionato di sport in generale, cosa ne pensa?
Agostino, Turbigo (MI)
Ogni volta che scoppia uno scandalo nello sport, e nel calcio in particolare, mi disamoro in po’, anche perché io sono ingenuo e penso sempre che tutto sia onesto e pulito, che tutti gli arbitri siano leali e sbaglino perché è umano sbagliare, che i
giocatori amino la maglia per cui giocano, eccetera. Invece ogni volta devo fare i conti con una realtà amara, che oltretutto mi costa tanti soldi (sono abbonato allo stadio e alle tv che trasmettono le partite). Nel caso specifico, mi domando dove siano le famiglie e i procuratori di questi ragazzi giovanissimi e milionari. Possibile che non si accorgano che il loro figlio o il loro giocatore buttano al vento un milione di euro in pochissimo tempo, come è successo al giovane Nicolò Fagioli della Juventus? Non credo però che sia tanto un problema di onestà (anche se i giocatori sanno bene che non possono scommettere sul calcio), quanto di leggerezza e di un senso di onnipotenza che deriva dai soldi e da una vita completamente scollegata dalla realtà.