Giudici: noi siamo amici!
Uno con il talent di cucina che quest’anno festeggia ben 300 puntate
«Nella vita non si sa mai, ma Sinner ha un padre che cucina, non ha bisogno di noi».
«Se lo merita per le sue vittorie. Se volesse cucinare da noi, siamo a disposizione!».
Se voi foste un piatto sareste…
«Un bel piatto di tagliatelle con le rigaglie di pollo e una spolverata di parmigiano. Sono per la cucina semplice».
«Risotto: tanti piccoli pezzettini differenti che fanno una cosa sola».
«Una
bella pizza margherita... e dico “bella”». Potendo scegliere, chi invitereste a Natale o a Capodanno?
«Con una bacchetta magica, mio padre che oggi non c’è più. Non ho mai passato molti Natali con lui, avrei voglia di preparargli un po’ di cose che non gli ho quasi mai cucinato. Il Natale è famiglia, invece gli chef in quel periodo spesso lavorano». «I migliori Natali li ho trascorsi seduto con i miei figli in spiaggia a mangiare kebab. Ma se dovessi immaginare qualcuno, mi piacerebbe sedermi accanto ad Auguste Escoffier (famoso cuoco francese, 1846-1935, ndr)».
«Il mio ristorante resta chiuso, perché Natale è stare con la famiglia: mio padre, mia mamma, i suoceri. Facendo questo lavoro sto molto tempo lontano da loro, mi piace metterli tutti insieme e preparare un bel pranzo e una bella cena».
Che attrezzo da cucina consigliate di mettere sotto l’albero come regalo?
«Un set di coltelli! Tutti quelli che conosco hanno coltelli che non funzionano: piazzandoli lama contro lama nel cassetto non tagliano più. L’altra sera sono andato a cena a casa di alcuni amici a Bologna, disperato ho chiamato un taxi e sono corso a casa a prendere i miei coltelli».
«Il matterello. Ho imparato da Bruno a tirar la sfoglia. Ora tutti usano le macchinette, invece qui c’è l’azione, il movimento, con un pezzo di legno il risultato è incredibile».
Se fossi un piatto? Sarei delle tagliatelle con le rigaglie di pollo e una spolverata di parmigiano
«Io toglierei da sotto l’albero un paio di miei regali e li darei in beneficenza. Dobbiamo donare a persone che non hanno la possibilità di mettere niente sopra la tavola e fare qualcosa per loro». ■