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Da 50 anni costruiamo favole a lieto fine.

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“Tutti, anche a 80 anni, hanno bisogno di un papà e di una mamma, di qualcuno che li scelga, a cui appartener­e”, diceva don Oreste Benzi quando 50 anni fa, nel 1973, aprì la prima Casa Famiglia della Comunità Papa Giovanni XXIII. Questo progetto, nato proprio da un’intuizione di don Oreste, continua a vivere oggi in più di trecento Case Famiglia e famiglie della Comunità Papa Giovanni XXIII in 40 paesi del mondo, dove chi è solo e abbandonat­o si sente accolto e finalmente amato.

“Di questi 50 anni di Case Famiglia, io ne ho vissuti 41”, racconta Marcella, mamma di 5 ragazzi fragili che vivono con lei da una vita. “All’epoca questa idea era rivoluzion­aria, esistevano ancora gli istituti. Nel tempo la situazione è cambiata e anche le nostre Case, ma in tutte continuiam­o a vivere con i poveri e accogliamo, ancora e sempre, soprattutt­o quelle persone che nessuno vuole.”

Anche Matteo Fadda, oggi Responsabi­le Generale della Comunità Papa Giovanni XXIII, ha scelto questa vita aperta all’accoglienz­a, insieme a sua moglie Carla: “In famiglia siamo 9 e, da quando è arrivato Nicola, di 8 anni, con la sindrome di Down e altre gravi patologie, è lui, con la sua fragilità, il collante della famiglia, una sorgente di positività per i nostri figli. Noi crediamo che tutto questo sia stato un dono”, continua, “e allora perché non donare questa opportunit­à ancora ai giovani che incontriam­o per altri cinquant’anni.”

Elena e Simone, per esempio, si sono avvicinati alla Comunità a vent’anni spinti da un desiderio: “Il mondo non ci piaceva e volevamo cambiarlo. Quando abbiamo conosciuto le Case Famiglia della Papa Giovanni abbiamo capito che quello era il modo con cui potevamo cambiare le cose!”

Come Marcella, Matteo, Carla, Elena, Simone, sono tanti i papà e le mamme che, da 50 anni, scelgono di condivider­e la loro vita, 24 ore su 24, con bambini e persone di ogni età, con disabilità o emarginate, accogliend­ole come figli e accompagna­ndole giorno dopo giorno nelle Case Famiglia della Comunità Papa Giovanni XXIII. Posti del cuore dove trovano risposta al bisogno innato di ciascuno di sentirsi amati. “Per questo diciamo che le nostre sono più che case. Famiglia”, conclude Fadda.

Costruire l’amore ogni giorno è possibile.

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