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PARLA IL MULTIDIRET­TORE D’ORCHESTRA

«In teatro non abbiamo il camerino!» confessa Valeriano Chiaravall­e

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Il Maestro Valeriano Chiaravall­e, 50enne milanese, ha diretto l’orchestra durante le esibizioni di Alfa, Clara, Fred De Palma e The Kolors, ai quali si aggiunge Eros Ramazzotti, ospite nella serata del giovedì: «Sono al mio nono Festival» dice. «Ho iniziato nel 1999 e sono figlio d’arte: anche mio padre Franco è stato compositor­e e direttore d’orchestra a Sanremo negli Anni 70».

Quando si prepara per i brani in gara?

«Un mese e mezzo prima dell’inizio dell’evento, quando scrivo tutta la parte dell’orchestraz­ione».

Ogni cantante ha il suo stile, lei come si regola?

«Rispetto le peculiarit­à dell’artista e della canzone. Per esempio, per i The Kolors, l’importante era esaltare le sonorità Anni 80 dando spazio all’elettronic­a, agli archi e ai fiati. Il “fischio” del brano di Alfa, invece, è stato registrato in sequenza, al computer».

Tiene tutti gli spartiti sempre con sé?

«No, li porta il “copista”, che ha proprio il compito di stamparli e distribuir­li a me e a tutti i musicisti qualche minuto prima».

Perché si mette le cuffie?

«Per sentire il “click”, cioè quel tik-tok-toktok che scandisce il tempo».

E se un cantante parte in anticipo o in ritardo, come fa, lo avvisa con un gesto?

«Quando succede, siamo letteralme­nte rovinati... Se li avessi, mi metterei le mani nei capelli (ride)».

Con musicisti e coristi fate delle “riunioni”?

«Facciamo il punto alle prove, tre o quattro per ogni artista. E capita di fare piccoli aggiustame­nti nel mix dei suoni».

I direttori d’orchestra hanno regole da seguire per il look?

«Niente loghi o marchi visibili. Ma poi sullo stile ognuno è libero. Io metto lo smoking, altri sono casual».

Dove andate tra una performanc­e e l’altra? State in camerino?

«No, un camerino per noi direttori non è previsto. Stiamo nel foyer dell’Ariston: dietro la scala ci sono delle poltroncin­e che “occupiamo” con i cappotti».

Riuscite a mangiare qualcosa durante il Festival?

«Un toast all’Ariston: le bariste ci conoscono e ci fanno lo sconto».

Ultima curiosità: dove mette i fiori che i cantanti vi regalano per fare punti al FantaSanre­mo?

«Li lascio sul tavolo a teatro. Sono di origini napoletane e quindi scaramanti­co: a casa non li porto!». G.C.

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