Vivere felici assieme al micio anziano
La vecchiaia nel gatto (indicativamente dagli 11 anni in su) non è una malattia, ma una fase della vita che va affrontata con particolari accortezze. Come ci spiega Sabrina Giussani, veterinaria esperta in comportamento animale: «C’è molto che possiamo fare per migliorare la condizione di anzianità del nostro felino, sia dal punto di vista fisico sia da quello comportamentale, a partire da piccoli accorgimenti che gli rendano la vita più facile in casa, fino a giochi interattivi che lo tengano sveglio e interessato».
Quali sono i segnali che il micio sta invecchiando? «Il rallentamento delle funzioni cognitive lo porta a essere un po’ meno reattivo agli stimoli e meno attratto da ciò che prima lo interessava molto, come insetti e farfalle in movimento. Anche dal punto di vista fisico è del tutto normale che le ore di sonno aumentino e che i salti non siano più quelli di una volta». Le soluzioni per vivere bene la terza età dei felini sono tante: «A partire dalle cuccette ortopediche e dalle fontanelle d’acqua, fino alle scalette che li aiutano a raggiungere i loro posti preferiti». Ciò che davvero può migliorare il comportamento del gatto anziano, però, sono i giochi dedicati a stimolare l’interazione sociale e acuire i sensi: «Per mantenere attivi gli organi sensoriali è possibile allenare l’olfatto con oli essenziali biologici ed estratti in purezza, o soddisfare il palato del micio proponendogli, sotto consiglio del veterinario, una marca diversa per la pappa. Per migliorare la percezione del corpo nello spazio, invece, è utile far camminare il gatto su materiali diversi, posizionando per terra asciugamani e tappetini, in modo che le varie superfici stimolino i recettori delle zampe e il gatto percepisca la differenza di substrato» conclude Sabrina Giussani.
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