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La compagnia degli anelli

- av@mondadori.it di Aldo Vitali

L’avvicinars­i del periodo pasquale m ha riportato alla mente un episodio del grande libro di Storia della mia famiglia in cui c’è scritto che il mio povero babbo per far colpo sulla sua giovane ma già allora rude fidanzata comprò un anellino con una pietra preziosa e incaricò un pasticcier­e di metterla come sorpresa nell’uovo di Pasqua. Quando venne il grande giorno, la mamma aprì o per meglio dire spaccò l’uovo, trovò il gioiello e urlò rivolta alla donna di servizio: «Maria, tenga, le faccio un regalo». Non era contemplat­o, per un cuore di pietra come quello di mia mamma, un gesto tanto romantico. L’anello passò di mano, la Maria ringraziò poco convinta, o meglio, convinta di essere una specie di cestino dell’immondizia delle cianfrusag­lie di casa. Il povero babbo impallidì, finché trovò il coraggio di intervenir­e e spiegare il malinteso. La Maria, dice sempre il libro di Storia, pretese un risarcimen­to in cambio della restituzio­ne dell’anello (vi chiederete, ma da che famiglia provieni, da una dei cowboy? Quasi: da una famiglia provata dalla guerra finita da poco). E vissero tutti felici e contenti (nel caso della Maria, felice e contanti). Ora che si avvicina la Pasqua, come ogni anno tanto per scaldare l’atmosfera ricorderò questo fatto durante il pranzo, ricevendo da mia mamma smentite ed epiteti poco pasquali. Quell’anello non è mai stato ritrovato, forse la verità è che la Maria non ha voluto mollare il gioiello, forse la mamma non era disposta a sganciare soldi per una sorpresina, per quanto tenera, dell’uovo. Buona Pasqua a tutti e occhio a non sottovalut­are le sorprese!

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