TV Sorrisi e Canzoni

Lavorando in questa serie ho trovato l’America

- (ride)». di Giusy Cascio

In streaming su Mediaset Infinity e in onda su Canale 5 il giovedì in prima serata, la serie “Viola come il mare” ha tantissimi fan che, in questa seconda stagione, hanno avuto una piacevole sorpresa: nel cast è entrato Ninni Bruschetta. Volto e voce inconfondi­bili, l’attore siciliano ha all’attivo oltre cento titoli, tra cinema, tv e radio. Ha lavorato con grandi autori come Paolo Sorrentino e Woody Allen, in film di grande successo come “Quo vado?” con Checco Zalone e in serie tv popolariss­ime, da “Squadra antimafia” a “I bastardi di Pizzofalco­ne” fino alla divertenti­ssima “Boris.

In “Viola come il mare” lei interpreta Leonardo Piazza, l’editore di “Sicilia Web News”, il giornale in cui lavora Viola. Come ha ottenuto il ruolo?

«Con regolare provino, come nelle migliori famiglie. Ed è stato piacevole perché sul set con la produzione Lux Vide sembrava di stare in una grande serie americana. E poi ho ritrovato la mia conterrane­a Francesca Chillemi, che mi diverto a chiamare “paesana”, perché rispetto a lei sono “cittadino”: io di Messina e lei della provincia, Barcellona Pozzo di Gotto (ME)».

Quindi è tornato nella sua Sicilia sul set?

«No, era l’unica condizione che avevo posto prima di firmare: posso girare solo a Roma. Perché ero impegnato a teatro. Così è stato: gli esterni della redazione sono a Palermo, gli interni con le mie scene a Roma».

Leonardo Piazza è una persona con disabilità e ha una grande forza interiore. Per Viola diventerà un esempio da seguire.

«Lo trovo un personaggi­o interessan­te dal punto di vista della scrittura. C’è un rapporto, non solo profession­ale ma anche umano, tra lui e Viola che muta, attraversa­ndo una fase di conflitto e qualche momento di mistero».

Anche lei ha avuto un mentore nella vita?

«Sì, il mio mentore è stato Franco Battiato. L’ho conosciuto nel 1990 quando ho fatto l’aiuto regista di Mario Martone per i Persiani di Eschilo a Siracusa. Battiato curava le musiche. Franco era molto simpatico, ci univa l’interesse per le letture metafisich­e».

Ma se fosse un editore vero, che cosa le piacerebbe pubblicare?

«Un giornale cartaceo. Sono all’antica: leggo tutte le mattine il quotidiano che mi lasciano sullo zerbino davanti alla porta di casa. La cronaca mi ricorda i miei inizi: ho fatto l’attore perché non volevo fare l’avvocato, come mio padre. E per un po’ da ragazzo ho provato a scrivere in un piccolo settimanal­e di Messina».

Leonardo affida a Viola la creazione di un podcast. Lei è un amante del genere?

«Ogni tanto ascolto i podcast che mi consiglian­o i miei figli, Anna, che compie 26 anni il 24 maggio e lavora nelle relazioni internazio­nali e Francesco, che ne ha 24 e fa l’aiuto regista. Mi piacciono e ne ho fatto uno anche io con la Fondazione Don Sturzo, che racconta una serie di aspetti della politica italiana, dalla nascita della Democrazia cristiana all’omicidio Moro».

Ha registrato pure diversi audiolibri, tra cui quelli dei romanzi “I leoni di Sicilia”. Della cadenza dialettale ha fatto un punto di forza. Le piace la sua voce?

«Mi piace, sì. All’inizio non era così, non lo è mai: quando ti riascolti

le prime volte, non ti riconosci. Poi con l’esercizio si migliora. Anche in video è lo stesso: si migliora esteticame­nte. Più fai l’attore, più diventi bello

C’è qualcosa che cambierebb­e di sé, nel fisico o nel carattere?

«Nulla. Però rimpiango di non aver mai imparato l’inglese perché mia moglie Assia, che è nata negli Stati Uniti, e i miei ragazzi sono madrelingu­a inglese. E poi avrei voluto continuare a studiare il piano. Ho iniziato troppo presto da bambino e l’ho abbandonat­o. Però so leggere la musica e mi è servito quando ho inciso un disco con la compositri­ce Cettina Donato e alcuni musicisti jazz».

Ma quante passioni coltiva oltre alla recitazion­e?

«La corsa. Corro chilometri al giorno per 6 giorni: 42 alla settimana».

Hobby?

«Mi piace aggiustare le cose, mi svuota la mente. Proprio ora ho davanti la colla e la “coppolina” di una teiera di porcellana che si è staccata e vorrei riattaccar­e».

Il 10 maggio esce il suo primo romanzo, “La scuola del silenzio” (HarperColl­ins Italia). Di che si tratta?

«È la storia di un attore di teatro che torna al suo paese d’origine in Sicilia dopo 30 anni. Un po’ autobiogra­fico, come tutti i romanzi. Anch’io torno spesso in Sicilia e faccio tanto teatro. Quest’estate a Catania, curerò la regia di “La morte di Stalin”, spettacolo ispirato al racconto di Leonardo Sciascia tratto dalla raccolta “Gli zii di Sicilia”».

VIOLA COME IL MARE  CANALE  giovedì ore 21.20

Ha ottenuto una grande popolarità con il ruolo di Duccio Patanè, il grottesco direttore della fotografia di“Boris”. È ancora legato a questo personaggi­o?

«Moltissimo, mi è rimasto nel cuore».

Il tormentone «Apri tutto, smarmella!» è nato improvvisa­ndo?

«No, era nella sceneggiat­ura originale. “Boris” è come Shakespear­e: tutto scritto».

Ma a lei la marmellata piace?

«Non mi fa impazzire. Preferisco altre cose dolci: la ricotta o la panna».

Sa anche cucinare?

«Faccio un’ottima pasta “incaciata”, sì senza la s, a Messina diciamo così. Vuol dire “incassata”, perché una volta si metteva in una teglia sulla brace e poi si copriva con un’altra teglia come coperchio, con la carbonella sopra, per ricreare l’effetto “forno”».

E come la prepara?

«Utilizzo la pasta fatta in casa all’uncinetto, le margherite, condite con un sugo leggero a base di interiora di pollo. Le distribuis­co a strati, ricoperti di melanzane fritte, tuma (formaggio primosale) e tanto parmigiano».

In famiglia dicono di lei...?

«Che sono distratto».

Perché brucia la pasta in forno?

«No, ma a volte quando mi parlano sono sovrappens­iero e non li ascolto. E io rispondo: “Sono un artista, lasciatemi almeno la distrazion­e!”». ■

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NINNI BRUSCHETTA ( )
 ?? ?? IN SCENA Sopra, Ninni Bruschetta nei panni dell’editore in “Viola come il mare”. Nel tondo, i protagonis­ti: Francesca Chillemi (38) e Can Yaman (34).
IN SCENA Sopra, Ninni Bruschetta nei panni dell’editore in “Viola come il mare”. Nel tondo, i protagonis­ti: Francesca Chillemi (38) e Can Yaman (34).

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