Vanity Fair (Italy)

Non puoi imprigiona­re l’amore

Dopo il successo di e dopo il matrimonio con Heidi Klum e la paternità, SEAL ha affrontato un divorzio, e ora è pronto per raccontarl­o in un album. Comunque romantico

- Rose, di Killer Kiss from a LUCA VENTURA

eal ha una di quelle facce che, una volta viste, non si scordano più. Quella sua il mondo l’ha memorizzat­a nel 1990. Il video s’intitolava Killer, e lui, bellissimo a dispetto (o forse in virtù) delle misteriose cicatrici sul suo volto, sembrava arrivato dal futuro per avvertire l’umanità che solitudine e razzismo erano le sue più grandi minacce. Seal, però, non veniva da nessuna lontana galassia, ma dai sobborghi più poveri di Londra, e le sue cicatrici non erano state provocate dal morso di lupi o da una gang armata di coltelli, ma da una malattia cutanea che colpisce viso e cuoio capelluto. Oggi, a 52 anni, ha venduto 30 milioni di dischi, vinto 4 Grammy (per Kiss from a Rose, usata nel 1995 nella colonna sonora di Batman Forever) ed è diventato una presenza fissa dei tabloid per il matrimonio (e il divorzio, l’anno scorso) con Heidi Klum, madre dei suoi quattro figli. È appena uscito 7, il suo settimo album (appunto) di pezzi originali.

SSeal, vero nome Seal Henry Olusegun Olumide Adeola Samuel, 52 anni. Sette album, quattro figli

e un divorzio, con Heidi Klum, sposata nel 2005 e da cui si è

separato nel 2012.

Ho letto che decise di iniziare a cantare convinto che il successo avrebbe risolto tutti i suoi problemi. «Certo, oggi la mia situazione finanziari­a è migliore. Ma a volte in un certo senso penso di essere anche un po’ più povero: quando sei più vicino alla strada, il mondo lo vedi meglio. Se guardo alla mia vita come a un libro, non posso non pensare con affetto alle storie narrate nelle prime pagine». Non ha temuto di diventare una meteora, come

tanti che, dopo aver improvvisa­mente conquistat­o la popolarità, sono spariti nel nulla? «Quello della musica è un mondo pieno di tranelli. Hai bisogno di talento, fortuna e un piano d’azione. Io mi sono trasferito negli Stati Uniti perché tutti gli artisti britannici che ammiravo lo avevano fatto. Anche così, però, le cose potevano andare diversamen­te». Intende, per esempio, senza l’aiuto di Batman? Ride. «Dire che devo a quel film la mia carriera sarebbe un’esagerazio­ne, ma il successo di

quella canzone ha giocato una parte importante nel libro della vita a cui accennavo prima». Con titoli come The Big Love Has Died, molti penseranno che questo disco è dedicato alla sua ex moglie. «Una delle cose belle del mio mestiere è che posso parlare con il linguaggio della musica e della poesia. Il dovere di un artista è raccontare sempre la verità. Ogni essere umano attraversa esperienze simili: anche se cambiano gli attori, i ruoli sono sempre gli stessi. Nelle mie storie, quindi, parlo di me, ma anche di chi mi ascolta». È difficile mantenere la propria identità d’artista quando i

giornali si occupano più della tua vita sentimenta­le che della tua musica? «Quand’ero sposato lo è stato sicurament­e. Anche se sono sempre stato una persona molto riservata, cercavo di fare gioco di squadra. La compagna che ho adesso (la modella australian­a Erica Packer, ndr) non attrae né cerca quel tipo di pubblicità e di attenzioni». Se potesse dare un consiglio a Seal agli inizi della sua carriera? «Gli direi di assaporare di più la vita. Viviamo velocement­e, ci preoccupia­mo di tante cose futili. E gli direi che l’amore è bello proprio perché è così volatile e non puoi imprigiona­rlo. Fai del tuo meglio, speri che l’amore arrivi e si distenda al tuo fianco. Se sei fortunato resterà con te il più a lungo possibile, ma tentare d’intrappola­rlo è come cercare di trattenere granelli di sabbia nella mano».

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