Vanity Fair (Italy)

Una donna senza mezze misure

- Di MARIANGELA MIANITI

È il momento di (ri)scoprire DIANA VREELAND, geniale signora di stile.

Con un libro e una collezione di profumi E otto. A poco più di un anno dal debutto, la linea di profumi Diana Vreeland ha un nuovo nato, Devastatin­gly Chic. Il nome, come quelli delle sette precedenti eau de parfum, pesca fra le icastiche definizion­i che Diana amava coniare. Come allure. Nata nel 1903 a Parigi, imparentat­a da parte di madre con George Washington e Pauline de Rothschild, sposata all’affascinan­te banchiere Thomas Reed Vreeland, Diana, nata Dalziel, non era bellissima e lo sapeva. Fu proprio questo essere fuori dai canoni, unito a una curiosità non comune, a farle capire che «lo stile è tutto, fin dal momento in cui scendi dal letto» e che le occasioni nella vita vanno colte, ma anche create. Quando nel ’36 Carmel Snow, l’allora direttore di Harper’s Bazaar, la invitò a lavorare per la rivista, Diana Vreeland smise di «condurre una vita da favola fra viaggi, vacanze, letture e luoghi meraviglio­si» e divenne la prima fashion editor della storia della moda. Per il fotografo Richard Avedon, la più geniale. Per 26 anni a Harper’s Bazaar e poi a Vogue, dove è rimasta dal ’62 al ’71 intuendo per prima il terremoto che i movimenti giovanili avrebbero provocato anche nella moda, Diana Vreeland ha colto sempre in anticipo i cambiament­i, rotto gli schemi, lanciato fotografi e modelle, insegnato alle donne a inventare il proprio stile. Replicare una personalit­à così in una serie di profumi non era facile. La sfida l’ha raccolta Alexander Vreeland, uno dei nipoti, che abbiamo incontrato a Milano lo stesso giorno in cui ha presentato il libro, da lui curato, Diana Vreeland: The Modern Woman (Rizzoli). «Per mia nonna tutto era possibile. Volevo ricreare nei profumi questo tipo di spirito, volevo essenze di lusso, con gli elementi migliori combinati da grandi nasi», spiega Alexander. «Diana adorava vivere in un mondo profumato. Le sue stanze erano piene di pot-pourri, oli essenzali, incensi, e con una siringa faceva iniezioni di profumo nei cuscini. Una volta l’ha fatto anche nell’ascensore sul retro del suo palazzo, dove portavano la spazzatura. Quando, negli ultimi anni, ha capito che non avrebbe potuto vivere come intendeva lei, decise di non mostrarsi più in pubblico. Se invitava qualcuno a cena, lo faceva accomodare nella sala da pranzo e gli parlava dalla sua camera per telefono. Mia nonna non amava le mezze misure». Complessi e sorprenden­ti sono anche i profumi che portano il suo nome. Smashingly Brilliant è ispirato all’amore della Vreeland per Capri, Daringly Different è un tributo alla sua passione per il Medio Oriente. La new entry Devastatin­gly Chic «è un profumo che danza», dice Alexander. «È giovane, unisex e, come tutte le grandi eau de parfum, racconta un sogno».

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