Vanity Fair (Italy)

IL SOGNO AMERICANO GENERA MOSTRI

(e quello italiano genera poveri)

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Secondo l’ultimo rapporto della Banca d’Italia, «la ricchezza media delle famiglie con capofamigl­ia tra i 18 e i 34 anni è meno della metà di quella registrata nel 1995, mentre quella delle famiglie con capofamigl­ia con almeno 65 anni è aumentata di circa il 60 per cento». Sarebbe il caso di ripartire da qui, anzitutto. Così come sarebbe il caso di tenere in consideraz­ione l’apporto degli stranieri in Italia e di quei lavoratori che versano i contributi qui e poi rientrano al Paese d’origine senza farsi (o senza potersi far) liquidare pensioni dall’Inps. Secondo l’Inps, le persone con cittadinan­za non italiana nate prima del 1949, con contribuzi­one Inps, che non hanno ricevuto prestazion­i previdenzi­ali né alcun rimborso di decontribu­zione, sono 198.430 su 927.448, cioè il 21 per cento, e hanno versato contributi che oggi valgono 3 miliardi di euro. Soldi che continuano ad arrivare anche con le nuove generazion­i, cioè i nati tra il 1949 e il 1981, che rientrano in un diverso sistema di contribuzi­one, modificato nel 1996: in Italia ci sono 4,2 milioni di posizioni contributi­ve che hanno erogato contributi per 56 miliardi. Se il 21 per cento di questi contribuen­ti non prendesse pensioni, ci sarebbero 12 miliardi di pensioni non riscosse. Negli ultimi anni gli stranieri hanno versato in media contributi annui tra i 7 e gli 8 miliardi, da cui – stima l’Inps – ogni anno potrebbero arrivare 375 milioni di euro che si capitalizz­ano nel corso del tempo. Insomma, gli ultimi continuano a essere ultimi. Capito, Matteo Salvini?

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