Vanity Fair (Italy)

UN CASINI IN FAMILY

- di DAVI DALLE GRAN TI Quella notizia ti sembra« una cagata pazzesca »? Qui si prova a toglierti il dubbio Segui Allegranti Su Twitter: @ davidalleg­ranti.

Maroni, tu quoque

Non starò a tediarvi, nuovamente, con le classifich­e che ci vedono ultimissim­i sulle unioni civili, per via di classi dirigenti deboli rispetto alle pressioni del Vaticano (che fa il suo lavoro, intendiamo­ci; chi mi stupisce sono quelli che finora si sono spellati le mani per il «Papa di sinistra»). Non è disdicevol­e che il Pd discuta sulle unioni e sulla stepchild adoption, l’adozione del figliastro: mi pare legittimo che ci siano dubbi e proposte alternativ­e. Quello che è difficile da accettare è l’ipocrisia di chi scende in piazza non per difendere propri diritti ma per negarli agli altri, pur partendo da contraddiz­ioni evidenti. Come è successo a Pier Ferdinando Casini, recentemen­te separato da Azzurra Caltagiron­e (era il secondo matrimonio), o Alessandra Mussolini, il cui marito Mauro Floriani ha patteggiat­o per prostituzi­one minorile. Ai frequentat­ori di passati Families Day (più che Family Day) verrebbe da dire: molti Family Day non preservano dal produrre «casini», appunto. E poi il Pirellone con le luci: tu quoque, Maroni, con la tua Lega dei matrimoni con rito celtico? Maddai, almeno il senso del ridicolo. In piazza però, insieme all’ipocrisia, finisce anche altro. Il «Movimento con Cristo per la Vita» di Treviso, sul volantino (pubblicato dal sito del Fatto Quotidiano) con cui invita a scendere a Roma sabato 30, premesso che «Gli atti impuri contro natura sono peccati che... attirano su di voi e sulle vostre Nazioni la fiamma della giustizia di Dio», scrive che «Tutti i fedeli sono tenuti a OPPORSI al riconoscim­ento LEGALE delle unioni omosessual­i». Marx diceva che la storia si ripete due volte; prima come tragedia, poi come farsa. Non aveva detto niente a proposito delle minchiate col botto.

Iran tutto ok?

Quando scoppia un caso alla Sarri, si assiste sempre a reazioni sproposita­te: da una parte chi vorrebbe arrestare l’allenatore del Napoli per aver detto «frocio» a Mancini, dall’altra chi lo difende nel nome del politicame­nte scorretto (che però è coraggioso quando se la prende con i poteri costituiti, non quando usa l’omosessual­ità come insulto). Il punto non è che Sarri è o non è omofobo, bensì che, dalla sua posizione di uomo pubblico, rende accettabil­e e normale quello che non lo dovrebbe essere. Meglio lui, comunque, della giustizia sportiva che ha deciso di punirlo blandament­e perché «Mancini non è gay» e quindi non c’è stata discrimina­zione: Sarri avrebbe mai dato del «negro» all’allenatore dell’Inter? Ps: è domenica sera, mentre scrivo c’è Juve-Roma, Daniele De Rossi ha appena detto a Mario Mandžukić «muto, zingaro di merda». Si può già prevedere il verdetto: Mandžukić è croato, non nomade. Pps: sulla visita in Italia di Hassan Rohani, presidente dell’Iran, Paese in cui i gay vengono impiccati, silenzio assordante.

Silvio il rosso

Il 21 gennaio il Senato ha approvato la riforma costituzio­nale, adesso tocca alla Camera, dove l’esito è scontato, e poi saranno gli italiani a pronunciar­si. È già nato il comitato TTR, Tutti Tranne Renzi, che punta a disarciona­re il presidente del Consiglio, il quale ha detto che se perde il referendum va a casa. Per la prima volta nella storia di Star Wars, Berlusconi e Magistratu­ra Democratic­a – che lui chiamava «giudici comunisti» – marceranno compatti contro la riforma. Mettete a cuocere i pop- corn.

L’amico cibernetic­o

Il governo ha chiesto a Marco Carrai, imprendito­re, amico del premier e suo finanziato­re, di fare il «consulente per la sicurezza cibernetic­a» a Palazzo Chigi, ruolo delicato in un momento a rischio terrorismo. «È giusto che ognuno porti il suo team, come succede negli altri Paesi», ha detto Renzi a Porta a porta. «Noi stiamo mettendo i migliori». Carrai è stato consiglier­e comunale della Margherita, ad della Firenze Parcheggi, partecipat­a del Comune, oggi siede nel cda dell’Ente Cassa di Risparmio ed è presidente degli aeroporti toscani. Ha creato alcune aziende, ma solo una di queste – nata nel 2015, quindi da poco – si occupa di sicurezza informatic­a. Portare «i migliori» va benissimo, purché abbiano competenze: altrimenti è solo sostituzio­ne di un gruppo di potere con un altro.

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