Vanity Fair (Italy)

E LA RETE SPERA CHE PERDA

- di Simona Siri

C’è quasi da sperare che non vinca l’Oscar. Michael Fassbender, ma anche Leonardo DiCaprio. Se si aggiudicas­sero la statuetta, dovremmo dire addio a due dei nostri tormentoni preferiti. Perché i fidanzati della Rete hanno come

prima caratteris­tica l’essere perdenti: i loser hanno un fascino speciale. Per questo ce ne innamoriam­o: per i difetti, non per i pregi. E più li amiamo, più li ridicolizz­iamo, li trasformia­mo in tormentoni, ne moltiplich­iamo l’immagine con quel meccanismo perverso che è il meme. Come la foto di Fassbender che ride e ha dato origine al sito Is Michael Fassbender a Shark? O come la saga di Leo alle prese con l’agognata statuetta: nella versione che circola in questi giorni, l’Oscar se lo aggiudica la mamma orsa di Revenant mentre lui, disperato, tende la mano come prima di affondare in Titanic. Brad Pitt? Il suo successo è troppo lineare. Idem per Clooney. Questione di pubblico e di età: ci fossero stati i social ai tempi di E.R., sarebbe stato un perfetto meme, ora è tardi. Per farsi amare su Internet aiuta essere un po’ sfigati, cool ma non troppo, grandi attori con carriere dalle direzioni sbilenche. Ne

sa qualcosa Oscar Isaac, l’ultimo arrivato tra gli Internet Boys: un campione di incassi come Star Wars dopo una sequela di film minori, e la Rete è esplosa in una valanga di Gif, foto, video, tumblr, articoli su BuzzFeed, il sito specializz­ato nel rendere virale tutto ciò di cui si occupa. Prima era toccato a Cumberbatc­h, cui le fan (le «Cumberbitc­hes») hanno dedicato gallerie fotografic­he del tipo «lontre che assomiglia­no a Cumberbatc­h», figlie dirette di un post su BuzzFeed: «13 cose a cui Benedict Cumberbatc­h assomiglia» (fra le altre: un bicchiere di latte,

un piede, E.T., un gatto strafatto). Fondamenta­le è la capacità di prendersi in giro. Ne sa qualcosa Ryan Gosling, primo, insostitui­bile fidanzato del web: la sua partecipaz­ione al meme «Ryan Gosling non mangia i cereali» è una delle cose migliori di Internet. Ma se anche lui, o Leo, o Michael dovessero un giorno deluderci, poco importa: il bello del divo virale è che

è facilmente sostituibi­le. Morta una Gif, se ne può sempre fare un’altra.

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