UN’UNICA FORMULA PER MILLE RISULTATI
NNel 2100 viaggeremo su automobili magnetiche sospese, parteciperemo a riunioni tra ologrammi, vivremo in case con tappezzerie sensibili ai movimenti, indosseremo lenti a contatto collegate a internet e ai ricordi. Ma, soprattutto, l’età anagrafica non farà la differenza: grazie alla riprogrammazione genetica, si deciderà a tavolino quando smettere d’invecchiare e, quindi, quanti anni dimostrare. Se fosse così, le storie d’amore alla Miranda Kerr, 32 anni, fidanzata con Evan Spiegel di 25, o alla Ivana Trump che ha scelto un toy boy trentenne, non farebbero più notizia. Ma per ora questo è solo uno scenario avveniristico ipotizzato da Michio Kaku, fisico americano, che nel saggio Fisica del futuro (Codice Edizioni, pagg. 464, € 29) analizza le più recenti scoperte scientifiche volte anche alla ricerca dell’eterna giovinezza, chiedendosi poi come sarebbe il mondo se vivessimo fino a dieci volte più a lungo. Come William Haseltine, un pioniere della biotecnologia, secondo cui la vera essenza della vita non è la mortalità, ma l’immortalità del nostro Dna, che continua a riprodursi da oltre tre miliardi di anni: è qui che bisognerebbe cercare il segreto per vivere di più e sembrare giovani.
Strategie collaterali
Intanto, le prime soluzioni concrete per farlo riguardano metodi alla portata di tutti come cocktail di proteine ed enzimi che incrementano i meccanismi di riparazione cellulare riducendo l’ossidazione, caramelle a base di collagene e acido ialuronico ( lrwonder.com), e la pillola Basis, che prevede potenti polifenoli e il Nad+, un attivo acclamato come il Sacro Graal della chimica. «La bellezza in futuro sarà vista in un contesto di benessere generale», spiega Eric Marcotulli, fondatore della società produttrice, la Elysium Health. «In più, le scoperte nel campo dell’invecchiamento permetteranno di lavorare sulla giovinezza delle singole cellule che la compongono». Nella giostra dell’antiaging ci sono anche storie infelici, come nel caso dell’ormone della crescita Hgh (o Sth in Italia), lanciato come elisir a base di proteine contro l’invecchiamento e di chi poi ne ha abusato per aumentare la massa muscolare.
Invenzioni a sorpresa
Per stare con i piedi per terra, abbiamo chiesto delle previsioni sulla cosmetica a chi in laboratorio esegue test sull’efficacia e tollerabilità di creme e trucchi: Luigi Rigano, direttore dell’Ispe (Institute of Skin and Product Evaluation). «Entro cinque o sei anni assisteremo alla diffusione di prodotti “automatici”, formule intelligenti che risponderanno ai bisogni soggettivi della pelle. Rilasceranno sostanze differenti in base a variabili fisiologiche come la disidratazione, e ad altre ambientali come il freddo o il calore. Esistono già delle polsiere che segnalano se siamo stati troppo al sole cambiando colore, ma avvertono solo del pericolo, mentre una crema di nuova generazione rilascerebbe direttamente un Spf più alto. Saranno solari o soin idratanti a orologeria, regolati dalla necessità della cute». Di questo passo dimenticheremo le differenze tra linee per pelli giovani, mature, secche o grasse, acquistando un’unica formula per mille risultati. In più, «stiamo testando la cosmetica elettrica, dove un flusso di elettroni, passando attraverso la crema, attenua i problemi di ossidazione dei tessuti», e quindi d’invecchiamento. Stanno collaudando persino lo «slip elettrico». Che non è un gioco erotico, ma un bizzarro metodo anticellulite.
Questione (di) fisica
Nel centenario della teoria della relatività di Einstein, i laboratori Dior hanno presentato una linea che rinforza le proprietà biomeccaniche della pelle per aumentare la sua resistenza alla forza di gravità. Hanno misurato infatti che, in 20 anni, la pelle cede di circa 4 millimetri. Un nuovo approccio, così come altri due filoni avveniristici partiti a fine 2015: skincare con texture ipersottili e make-up dalle formule bifasiche, che combinano acqua e olio in prodotti da shakerare. I trend arrivano dall’Asia per accontentare le donne che amano la tecnica del layering, il rituale di bellezza in sette passaggi. Dovendo seguire un percorso di sovrapposizione tra diversi tipi di sieri e trattamenti, l’esigenza è avere soluzioni molto leggere per non sovraccaricare la pelle. Da qui, i laboratori hanno iniziato a proporre lozioni impalpabili, quasi liquide, ma ricche di principi attivi. Così anche gloss, ombretti e fondotinta, dalla consistenza simile all’inchiostro, diventano modulabili nell’intensità di copertura e nel colore. «Le nuove formule acquose danno luce al viso, donano una sensazione di freschezza, lasciano labbra e pelle morbide e lisce. In più, contengono un concentrato di agenti nutrienti e sono facili da applicare», dice Véronique Delvigne, direttrice dei laboratori Lancôme. Tra sieri intelligenti, ricerche genetiche, e test sull’antiage elettrico, il futuro è sempre più vicino.