Ho fatto piangere mia mamma
Prima il freestyle «per farmi pubblicità», poi il successo sul web. Ora che FRED DE PALMA si fa chiamare «cantautore rap» corona un sogno (familiare): Sanremo. Con una certa Patty
Fred De Palma, rapper, coetaneo di Fedez, diventato famoso sul web a colpi di video ironici e freestyle, è perfetto per capire come sta cambiando il genere in Italia. La definizione con la quale è stato promosso il suo ultimo album, BoyFred, è semplice e rivelatrice: «Pop assolutamente contemporaneo», perché a tanti rapper il rap ormai sta troppo stretto. Quando gli parli, la prima cosa che noti è l’ambizione, a partire dal candore con cui racconta i primi anni da freestyler di strada come parte del piano per diventare famoso: «Lo facevo solo come propaganda, per allenarmi e farmi pubblicità». Ha funzionato: BoyFred è entrato in top ten, il video del singolo Stanza 365 ha superato il milione e mezzo di visualizzazioni. Fred si sente pronto per portare a termine il suo piano. E se le dico Sanremo: ci andrebbe? «In realtà l’ho appena saputo: ci vado! Farò un duetto con Patty Pravo, un mito, un’icona di stile, nella serata delle cover. Da quando gliel’ho detto, mia mamma non smette di piangere dalla felicità». Sua madre l’ha sempre incoraggiata? «Sempre. Lei è una scultrice, un’artista». Le sarebbe piaciuto fare X Factor? «Non mi piacciono i talent, perché da lì esci con la data di scadenza, il tuo non è un disco, è il gadget di chi ha guardato il programma, è praticamente un poggiabicchieri. A X Factor ci andrei solo da giudice». È comunque meglio che la
vorare da McDonald’s, co
me canta in Slogan. «È un po’ l’ansia di chi fa questo lavoro, che la musica finisca. Il McDonald’s è una metafora per la paura di dovermi cercare un lavoro. Che è poi anche quella che ti fa essere affamato, ambizioso». E qual era l’ambizione di BoyFred? «Ho voluto fare un disco tutto centrato su di me, sulla mia vita, senza collaborazioni. Volevo mostrare un lato diverso. Le mie vecchie canzoni raccontavano la parte un po’ hardcore della mia vita…». Hardcore? «Fare tardi la sera, la vita spericolata, una ragazza dopo l’altra, ho avuto un approccio easy alle donne. Poi è arrivato il momento dell’introspezione, volevo mostrare un lato più profondo». Si sta costruendo un futuro da cantautore. «È già così. I confini non esistono più. Lo chiamiamo rap solo perché ci sono parole in rima una dopo l’altra. Ma io sono già un cantautore».