Vanity Fair (Italy)

LA SECONDA VITA DI ALESSIO BERNABEI

Ha lasciato i Dear Jack («Una mia creazione») e ora canta da solo. ALESSIO BERNABEI è pronto a ripartire. Nella musica, con un nuovo disco e un nuovo Festival. Nella famiglia, con il nipotino e «fratel» Fedez. Nell’amore: se siete rosse, fatevi avanti

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Riuscirò a realizzare il mio sogno di vivere di musica, anche da solo». Alessio Bernabei sogna un futuro «alla Robbie Williams o Justin Timberlake», due degli esuli più fortunati della musica. Lui, ex cantante col ciuffo dei Dear Jack, come un novello Frusciante a settembre ha lasciato il gruppo dopo appena due anni di successi. Quando ci incontriam­o negli studi della Warner a Milano, racconta di aver da poco rivisto Ricomincio da tre di Massimo Troisi, e di averlo fatto suo. «Anch’io voglio ricomincia­re da tre cose: dalla musica, con un nuovo disco e nuova carriera; dall’amore, che magari presto troverò, e dalla famiglia. Ho un nipotino di un anno che adoro e un “fratello” artistico, Fedez, che mi segue come manager e che stimo molto». La nuova vita di Alessio (ri)comincerà a Sanremo dove, con il brano Noi siamo infinito, gareggerà anche contro la sua ex band, per poi debuttare in primavera col primo album da solista. «Volterò pagina e stile. Oggi, da solo, posso dare sfogo alle mie sperimenta­zioni». Da solo Sanremo come lo affronta? «L’anno scorso fu bello, ma fa più effetto sentire il tuo nome “vero” tra i concorrent­i». È questo che le mancava nei Dear Jack? «No, perché in quel nome mi ci ritrovavo, l’avevo scelto io. I Dear Jack sono una mia creazione, e spero possano andare avanti bene. C’è tanto sacrificio dietro». Al Festival sarete uno contro l’altro. Pensa ci sia stata malizia da parte degli organizzat­ori? «A me Sanremo dà l’opportunit­à di far vedere chi è veramente Alessio senza band. E sono certo che Carlo Conti abbia scelto la canzone, che non ci sia stata alcuna strategia». Che rapporto ha oggi con gli ex compagni? «Siamo stati una famiglia per tanto tempo, c’è ancora affetto. Ci siamo rivisti sul palco ai concerti di Natale e Capodanno: ci siamo dati il cinque, come stai, e ci siamo fatti un grosso in bocca al lupo». Ha detto: «Me ne vado per trovare la mia strada». Dopo due anni non era un po’ presto? «Sono stati due anni intensi: abbiamo fatto un Sanremo, il tour nei palazzetti, a teatro, concerti all’Arena di Verona e al Forum di Assago. Stando a contatto così tanto tempo, abbiamo visto che le cose tra noi non funzionava­no: io dicevo una cosa e loro l’opposto. L’idea di distaccarc­i sollevava entrambi». Essere uno contro tutti le capita spesso? «Tra musicisti c’è sempre più affiatamen­to, il frontman è l’escluso della situazione. Ci sono esigenze diverse, gli altri suonano e lui resta solo in camerino a scaldare la voce». Leiner di X Factor ha preso il suo posto nel gruppo, che effetto fa? «È come quando una ex si mette con un altro, ma se lui riesce a farla felice io sono felice. I Dear Jack non potevano continuare senza frontman, se hanno scelto lui lo reputano all’altezza. A me però fa strano sentire una mia canzone interpreta­ta da un altro». In cuor suo ha sempre sognato una carriera da solo? «No, essere cantante di una band era il mio sogno. Col tempo ho capito che era meglio fare di testa mia. Ma non mi sento mai solo: quando suono davanti al pubblico, quelle fan sono la mia band». A proposito di fan, di recente ha definito le donne «uno sport». Rettifichi­amo? «Volevo dire che, siccome non faccio sport, l’unico sport possibile sono le ragazze. Sono un tipo pigro, prima di Sanremo devo iscrivermi in palestra». L’anno scorso, prima di Sanremo si era messo a dieta. «Ma poi non l’ho fatta. Un fisico atletico ti fa fare performanc­e migliori». Cambierà qualcosa della sua immagine? «Ho tolto il piercing perché dava fastidio. Ma a tagliare il ciuffo non ci penso, le fan mi ucciderebb­ero. E poi sono come Sansone: perdo potere con un taglio di capelli». Dai The Kolors a Benji & Fede, l’egemonia del ciuffo non l’ha più. «Sono stato io il primo! Quello di Stash è più estremo, ma il ciuffo originale di Amici resta il mio. La lacca è la mia vita». Tornando alle ragazze: a parte i piedi curati, di cui è un fiero cultore, che cosa deve avere una per farle perdere testa e ciuffo? «Vado pazzo per le rosse, chiare di carnagione. Sono più rare, però quando trovi quella bella è da impazzire». Di colleghe rosse ce ne sono tante: Noemi, Annalisa, la Mannoia… «Eh, la Mannoia un pensierino… ( ride) ». Le piacciono mature? «Una donna con tanta esperienza indirizza verso begli orizzonti ( ride di nuovo), ma io le prediligo giovani. La mia musica, però, non si ferma alle teenager: su Facebook c’è persino una fanpage “Alessio Bernabei - Over”, che raccoglie tante persone grandi, con figli». Piace anche ai maschi? «Sono aumentati, mi fermano per strada. Per loro vorrei essere un’ispirazion­e: “Oh figo il capello di Alessio Bernabei, me lo faccio anch’io”». A scuola era un figo? «Sono sempre stato il bonazzo. Leggere oggi “Alessio Bernabei, idolo delle ragazzine” non mi fa tanto effetto: io sono sempre piaciuto».

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FOTO MAX&DOUGLAS
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