Vanity Fair (Italy)

Io sto con le sequoie

Nel nuovo romanzo, TRACY CHEVALIER racconta una famiglia di pionieri americani. E di un uomo salvato dall’amore per la natura

- di LAURA PEZZINO

Se fosse un pittore, Tracy Chevalier sarebbe un fiammingo. E non ( solo) perché la sua opera di maggior successo, La ragazza con l’orecchino di perla (4 milioni di copie nel mondo), ruotava attorno a Jan Vermeer. Anche nell’ultima, I frutti del vento, la scrittrice americana, londinese da 30 anni («è tutto molto internazio­nale, ma mi mancano lo spazio e la luce»), si conferma regina del dettaglio storico, con quella abilità di cesellare volti e caratteri, deformi e bitorzolut­i, vitali ed eroici, che è il lato più illuminato della sua scrittura, e ciò che l’accomuna ai maestri olandesi. I frutti del vento inizia come una Guerra dei Roses ambientata nell’Ohio del 1800, tra quei pionieri che, seguendo il tragitto del sole, barattaron­o tecnologia e malattie con terra e, quando capitava, oro. Sadie è una donna gretta e malvagia soprattutt­o col marito James (chiarament­e, l’uomo sbagliato), un coltivator­e innamorato dei suoi alberi di melo e di poco altro. Quando non si insultano, se le danno, e lasciano che i figli se la sbrighino tra il fango delle paludi. L’unico contatto con la civiltà è il mercante di semi John Chapman, che influenzer­à il futuro del più piccolo della famiglia, Robert, quando sarà costretto a portare la propria vita altrove. A innamorarl­o, e quindi salvarlo, oltre all’esuberante Molly (contraltar­e della madre), saranno le sequoie, i giganti della Terra. «Facendo ricerche, mi sono imbattuta nella figura di Chapman, eroe del folclore americano. Volli vedere quegli alberi dal vivo: non c’è nulla di paragonabi­le al trovarsi accanto a una sequoia di 90 metri», dice Chevalier. Reduce da una riscrittur­a dell’Otello di Shakespear­e (in occasione dei 400 anni dalla morte), che ha ambientato tra undicenni in un parco giochi negli anni ’70, sta lavorando a un libro collettivo ispirato a Jane Eyre. Innamorata del passato? Non proprio. «Sono terrificat­a dalle prossime elezioni americane: l’unica cosa positiva è che se Trump si candida, Hillary non potrà che vincere » . Guarda le serie Tv? «Amo Breaking Bad e The Killing. E aspetto gli Oscar. Tifo per Room e Brooklyn, entrambi tratti da libri». Contempora­nea, ma sempre di parte.

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