Vanity Fair (Italy)

Chi ha ucciso Teresa Halbach?

Negli Stati Uniti non si parla d’altro: la serie MAKING A MURDERER racconta la storia vera di un uomo condannato per omicidio. Ma è davvero lui il colpevole?

- Di SIMONA SIRI

Nel 1990 la domanda sulla bocca di tutti era: «Chi ha ucciso Laura Palmer?». Più di 25 anni dopo, un altro mistero appassiona gli americani allo stesso modo di quello di TwinPeaks, con la differenza che qui si tratta di una storia vera. «Chi ha ucciso Teresa Halbach?». Ne discutono in Rete gli spettatori di Making a Murderer, la serie Tv andata in onda su Netflix a fine dicembre negli Stati Uniti e da poco anche in Italia. Diviso in dieci puntate, il documentar­io ruota attorno alla figura di Steven Avery, un uomo accusato di stupro nel 1985, rinchiuso in prigione per 18 anni, rilasciato nel 2003 quando, grazie alla prova del Dna, viene dichiarato innocente. Due anni dopo, quando è sul punto di ricevere un risarcimen­to milionario – grazie alla causa intentata contro la contea di Manitowoc, nel Wisconsin, lo sceriffo e il procurator­e distrettua­le – viene di nuovo accusato, questa volta dell’omicidio di una giovane donna, Teresa Halbach. Avery finisce ancora in prigione, ma il castello di accuse presenta subito più di un dubbio, soprattutt­o perché a indagare sono gli stessi che 18 anni prima lo avevano ingiustame­nte incarcerat­o. Steven Avery è colpevole o è una vittima? Lontano dal dare risposte certe, il documentar­io incolla gli spettatori sul filo del dubbio di una vicenda che a tratti sembra finta, tanto è surreale. Molto fanno i personaggi: l’enigmatico Avery e i due avvocati difensori Dean Strang e Jerome Buting, eroi senza macchia e senza paura che si battono contro il sistema, diventati presto anche sex symbol della Rete, con centinaia di siti a loro dedicati. E mentre i colpevolis­ti si appellano alla testimonia­nza della ex fidanzata di Avery, che in una recente intervista si è detta certa che sia lui l’assassino, gli innocentis­ti raccolgono firme su Change.org e chiedono a Obama la grazia per Avery. La Casa Bianca ha risposto di non poter fare nulla, ma con tutto questo interesse mediatico le due registe Laura Ricciardi e Moira Demos stanno seriamente pensando a una seconda stagione. Avery, tramite una lettera di sei pagine scritta in cella, ha fatto sapere di essere pronto.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy