Vanity Fair (Italy)

«AL FESTIVAL CONTA IL RITORNELLO. E COSÌ LA NOSTRA CANZONE È FATTA SOLO DI RITORNELLI»

A Sanremo ELIO E LE STORIE TESE puntano ad arrivare «primi dei 5 eliminati». Perché la ricerca del successo (vedi alla voce talent) non è sempre l’idea vincente

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Il senso della sfida di partecipar­e a Sanremo, la riassume Cesareo mentre sta andando via: «Per noi andare al festival non è come per qualunque altro gruppo. Sono tutti lì a chiedersi: “Che cosa combineran­no?”. Dobbiamo per forza inventarci qualcosa di sorprenden­te». Una mezzora prima proprio con lui avevamo fatto il riepilogo delle trovate sceniche delle due partecipaz­ioni precedenti. Vent’anni fa esatti, nel 1996, con La terra dei cachi: il braccio finto di Elio e il total look argentato stile Rockets. Nel 2013, con La canzone mononota: le fronti altissime, la versione nanetti (per Un bacio piccolissi­mo, cantata durante la serata dedicata alla storia del festival) e quella obesa. Mentre per il secondo brano, Dannati forever, che, però, fu scartato dalla gara, si erano vestiti da chierichet­ti.

Un lieto ritornello che non c’entra un *@%$#

Il brano che presentano quest’anno, Vincere l’odio, lo ascolto mentre scattano le fotografie. Rocco Tanica mi spiega il «senso». «Nasce dalla constatazi­one che, al festival, quello che conta è il ritornello. Il che significa, complessiv­amente, decenni sprecati ad ascoltare introduzio­ni strumental­i, strofe noiose, assoli. Questa canzone è fatta solo di ritornelli». Tutti o quasi i possibili cliché ascoltati finora, con un finale epico alla Massimo Ranieri. Nel 2013, gli Elii si piazzarono secondi («Mentre noi ambivano al quarto posto. Una débâcle»). Nel 1996, lo stesso. Anzi, probabilme­nte arrivarono primi, al posto di Ron. Si parlò di brogli o quanto meno di conteggi sbagliati. Fu aperta un’inchiesta, ed Elio venne convocato in pretura come persona informata dei fatti. «All’inizio», racconta, «sembrava che fossimo stati vittima di un errore nella conta dei voti, anzi, di una truffa. Ma, poi, Giorgia mi disse che anche a lei avevano detto che era arrivata prima. Insomma, non si è mai capito come andò veramente». «Quest’anno ci auguriamo di arrivare primi dei cinque eliminati ( E, quindi, ripescati per la finale, ndr)», dice Rocco Tanica. «Comunque, io non sono in gara». Sembra uno scherzo, ma non lo è. La scorsa estate avevano proposto a Rocco Tanica di condurre, come nel 2015, la rassegna stampa del festival. «All’epoca non avevamo ancora scritto la canzone e, così, ho accettato». Risultato: a Sanremo ci sarà anche lui, ma non in gara con gli altri. Il clima, raccontano, sarà quello di una gita di classe delle medie. «Che, poi, è lo stesso di quando ci troviamo tutti insieme a fare un servizio fotografic­o». (Confermo, c’è anche quello: Jantoman si fa un sonnellino mentre tutti intorno fanno casino). La differenza è che, allora, sul pullman, cantavano Quel mazzolin di fiori e la serie delle «Osterie».

Vincere l’odio (e perdere i nastri)

Altri tempi. Del resto, basta vedere i primissimi filmati degli Elii nei dvd allegati alla nuova edizione rimasteriz­zata dei loro primi tre album. Il tutto è raccolto nel cofanetto Cacolatini, mentre la parte video è andata in onda su Sky Arte HD con il titolo Non tutti i Mal vengono per nuocere, un gioco di parole in quanto Mal dei Primitives finge di essere il loro produttore segreto.

Afine intervista, nel salutarci le dico che quando prima si prendeva una pausa di silenzio breve e poi metteva insieme tutto d’un fiato Alberto Angela e la principess­a Mulan, Hegel e Fedez, veniva in mente una frase del film Carol. «La so», m’interrompe. «Deve essere: “Che strana ragazza è lei, sembra piovuta dallo spazio”». Francesca Michielin lo sa: è una ragazza strana, e sembra piovuta davvero dallo spazio. Anche adesso che, cinque anni dopo la vittoria a X Factor, si avvicina al primo Sanremo sorridendo nella sua mantella scozzese. Toccandosi le punte dei capelli racconta che la sua canzone per l’Ariston, Nessun grado di separazion­e, è autobiogra­fica («A volte vedo qualcuno che magari sta solo camminando e mi commuovo»), ma soprattutt­o «sociale» («Non avrei mai potuto portare storie d’amori depressi: è un momento storico teso, in cui pezzi così servono a niente»). Lo zaino è pronto: un libro sul viaggio, « Sulla strada di Kerouac», un taccuino, «che le parole non avvisano mai quando arrivano», e una mascherina tipo quella dell’aerosol, «per scaldare la voce». «Partirò in pulmino, lo vivrò come un campeggio». Cioè? «Una settimana fuori dal cerchio delle sicurezze. Come il camping che feci a Foggia, tra i braccianti dei campi di pomodoro sfruttati. Lì ho imparato che ci sono posti in cui entri pensando di poter fare del bene, però poi sei tu che ne esci rivoluzion­ato». Come si sta preparando? «Palestra e dieta. Mi manca la pizza bianca con peperoni e patate, ma la fatica appaga e mangiando sano anche la mente sta meglio. Un altro bell’allenament­o è stato il mio Nice to meet you tour appena concluso. Come fare roccia: stare sola sul palco con i tuoi 5 strumenti non è uno scherzo, vuol dire rivelarti nel modo più intimo, gestire il fiato, la tensione». Già al liceo suonava nelle Monkey Nuts. «Le Noccioline, piccole ma buone: ero la bassista. Quando le ho lasciate per X Factor, a quel “Tornerò” credevo. E invece… Con la chitarrist­a ci siamo ritrovate ora al Conservato­rio, sogno di scrivere colonne sonore mentre continuo con Filosofia». Iperattiva… «Dal cervello tridimensi­onale: quando faccio qualcosa ne sto facendo già un’altra e sto pensando di farne un’altra ancora. Sono nata inquieta, non l’ho scelto». Intanto ha già lavorato con Elisa e Fedez. «Elisa è stata la mia maestra d’arte: se sono qui, lo devo a quella sera del 2001 in cui l’ho vista a Sanremo, cantare bianca e scalza Luce. Di Fedez mi ha colpito subito la sua Moleskine: ci appuntava tutto, proprio come me». Sarà a piedi nudi all’Ariston? «È finita la mia era hippie: rispetterò il tempio». Al Festival sfiderà Elio e Morgan del suo X Factor. «Sono miei idoli. Nonostante fossi della squadra di Simona Ventura, Elio ha sempre tifato per me. Da allora si comporta come uno zio, mi chiede come vanno gli studi. Di Morgan ricordo, una volta, una fame pazzesca: gli cucinai una pasta. In cambio degli spaghetti al sugo lo bombardai di domande». Elio però ci ha detto che i talent rischiano di non promuovere la sperimenta­zione tra i giovani. «Non è il talent in sé che cambia il livello, è chi partecipa che fa la differenza. Nel mio piccolo ho sempre cercato di seguire un percorso, di sperimenta­re, di crescere musicalmen­te prima, durante e dopo X Factor ». Fino a qualche tempo fa era fidanzata. « Sulla strada insegna: “Ci voltammo dopo 12 passi, perché l’amore è un duello, e ci guardammo per l’ultima volta”. Significa che l’amore c’è. Solo che da sempre ci abituano a pensare che sia tra due, ma non è così. La maggior parte delle principess­e Disney si innamorano, si sposano, regnano. Facile. Ma esiste anche Mulan: combatte al posto del padre e salva la Cina. Non è forse amore il suo?». Il suo uomo ideale? «Alberto Angela: ha il fuoco dentro per il suo lavoro, e per questo ha fascino». Attratta dagli uomini più grandi? «Con i più piccoli non è mai successo, comunque se incontri una bella anima te ne freghi di quanti anni ha. Ma come scrivo in un testo nuovo: “Trovare in me la fonte della felicità: questa è la mia sfida”». Ma porta sempre il cappello? «Mi protegge, come la coperta per Linus. Dalla mia testa scappano palloncini, che almeno restano attaccati a quel soffitto». Perché ha dedicato il videoclip 25 febbraio, il suo compleanno, al mare? «Giorgia un giorno mi chiese di che segno fossi. “Pesci”. “Sappi che nel mare c’è tanta confusione, ma anche tanta libertà”. Così in me. Anche se sono cresciuta sulle colline di Bassano del Grappa, tra fragole di bosco ed Hemingway».

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Il problema di chi intervista gli Elii è la necessità di discernere fra riflession­e seria e cazzeggio. Al di là del fatto che talvolta è davvero impossibil­e
distinguer­e, il vero problema, passatemi il termine, è più filosofico.
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Avvertenza Il problema di chi intervista gli Elii è la necessità di discernere fra riflession­e seria e cazzeggio. Al di là del fatto che talvolta è davvero impossibil­e distinguer­e, il vero problema, passatemi il termine, è più filosofico. La...
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 ??  ?? Francesca Michielin, nel 2011 con il trofeo di X Factor 5, vinto a 16 anni.
TALENT PRECOCE
Francesca Michielin, nel 2011 con il trofeo di X Factor 5, vinto a 16 anni. TALENT PRECOCE
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Esce il 19 febbraio di20are di Francesca Michielin, con 3 inediti e Tutto è magnifico, la versione originale e rivisitata di Magnifico, il duetto con Fedez.
IL PRIMO MAGNIFICO Esce il 19 febbraio di20are di Francesca Michielin, con 3 inediti e Tutto è magnifico, la versione originale e rivisitata di Magnifico, il duetto con Fedez.

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