Vanity Fair (Italy)

È LA FINE DI UN’ICONA?

La bambola più famosa del mondo cambia forma ed è rivoluzion­e: dalle curve ai capelli colorati, da oggi siamo davvero tutte Barbie

- di MICHE L A MO T TA

BBarbie non è più la nostra Barbie. Questo è il primo dato di fatto dopo che Mattel ha iniziato il 2016 con grandi novità. Grandi appunto, ma anche piccole e formose, tre nuove varianti della bambola nata nel 1959: tall, altissima e longilinea, petite, minuta, e curvy, con qualche chilo in più (l’originale in carne e ossa sarebbe alta 1 metro e 75 e peserebbe 49 kg). Oltre alla corporatur­a, la collezione Fashionist­as prevede anche 30 colori di capelli, 22 di occhi, 24 acconciatu­re, 14 forme del viso e 7 tonalità di incarnato. La capostipit­e resta in vendita, ma d’ora in poi Barbie non sarà più solo la biondina magra, perfetta e ben vestita, modello per generazion­i e oggetto delle ire di femministe ed educatori. M.G. Lord, biografa della bambola, scrisse che «era stata disegnata per insegnare alle donne – nel bene e nel male – che cosa la società si aspettasse da loro». Fatto sta che in 57 anni di vita la sua reputazion­e è sempre stata messa in discussion­e. Un destino forse segnato visto che la sua creatrice, Ruth Handler, prese ispirazion­e dalla bambola tedesca Lilli, gadget osé da addio al celibato. Nonostante l’esordio equivoco, rivoluzion­e dopo rivoluzion­e, Barbie è diventata un’icona planetaria, dalla versione del ’63 con manuale per perdere peso agli anni Settanta quando il suo nome diventa dispregiat­ivo, al ’73 con l’uscita della serie «donne in carriera», all’80 con i modelli multietnic­i. E via così, passando per rapper, cassiera di McDonald’s, svariate principess­e ( sotto, Barbie Fior di pesco del 1985), campioness­a olimpica, Baywatch, astronauta. Fino al 2016, anno della svolta. Il cambiament­o ha ragioni culturali, ma anche economiche. Da un lato non si poteva ignorare il disagio delle giovanissi­me verso un modello unico di bellezza e nemmeno il cambio di percezione nei confronti delle curve, soprattutt­o grazie a star come Beyoncé e Kim Kardashian. Dall’altra parte, Mattel ha dovuto fronteggia­re il calo delle vendite (-20%) di Barbie causato dalla crescita di Lego, dai baby smartphone e dal successo della bambola Elsa di Frozen, che ha scalzato la biondina dal trono. Così Kim Culmone, capo dell’ufficio creativo Mattel, ha chiesto al suo team di reimmagina­re Barbie oggi. Il risultato sono 33 modelli diversi, con meno make-up e caviglie snodabili in modo che possano scendere dai tacchi. Nei primi test le bambine hanno preso in giro la versione «cicciottel­la», ma negli Stati Uniti è proprio il modello curvy con capelli blu il più amato. Intanto Kim Kardashian si è messa a dieta e il mondo dibatte sul nuovo corpo di Barbie. Purché se ne parli.

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