Avevi la coda al posto delle ali, ANGELO MIO
Tanti umani – soprattutto tra i maschi e tra i cosiddetti «intellettuali» – hanno espulso la serietà dai loro codici di comportamento. La serietà non sta bene. Imbarazza. Diventa subito «seriosità» e va combattuta con dosi massicce e continue di cazzeggio. L’uomo adulto ed evoluto deve dissimulare le sue passioni, dissacrare gli afflati del cuore, trovare una macchia d’unto in ogni emozione. Altrimenti rischia di sentire la vita. Un’esperienza troppo sconvolgente per chi la vita preferisce predigerirsela nei meandri asettici del proprio cervello. È questa mancanza di energia passionale il vero sintomo di una società in decadenza. Non si prende più nulla sul serio (tranne se stessi, ovviamente) e si ironizza su coloro che si ostinano a spingere la leva dell’entusiasmo. Poi ci si imbatte nello spettacolo muto della natura e si resta rapiti. A me succedeva ogni giorno con Billie e Shamu. La serietà mai seriosa con cui aspettavano il momento di uscire e se lo godevano. La serietà con cui soffrivano le mie partenze e festeggiavano i miei ritorni. La serietà, persino, con cui si addormentavano nella cuccia, dopo essersi meticolosamente scavate una buca immaginaria. Ecco, applicare un approccio simile alla nostra vita quotidiana e in particolare all’amore è forse il dono più importante che gli animali possano farci, quando ci sono e anche quando se ne vanno. Specie quando se ne vanno, cara Sonja. Perché adesso tocca a noi dare l’esempio.