Vanity Fair (Italy)

Faccio il pop con una rana

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Palle da tennis e da basket, rane, grilli. Innaffiato­i, catene di bicicletta, forbici. Sono gli strumenti musicali che il dj e compositor­e

Matteo Ceccarini, 43 anni, compagno di Eva Riccobono, ha registrato, aiutato dal musicista francese Matt Gordon, e usato per creare il suo nuovo album, Ballchestr­a, in uscita il 28 febbraio: un disco di canzoni composte con i suoni che ascoltiamo (e ignoriamo, o evitiamo) ogni giorno.

Matteo, perché? «Ero stufo. Facendo il dj, sono vent’anni che ascolto otto ore di musica al giorno. E la musica ormai è sempre tutta uguale.

Ogni disco che esce è identico al precedente e sarà identico al successivo. Cercavo nuovi suoni». Come li ha trovati? «Stavo facendo un massaggio in un giardino a Marrakech, quando ho sentito due uccelli cantare. Li ascoltavo e mi sono

reso conto che stavano parlando, che c’era un dialogo musicale. Ho interrotto il massaggio, ho preso lo smartphone e li ho registrati. Da lì è partito tutto, ho lavorato come un rumorista, rubando i suoni di casa, nei parchi di Londra, i grilli che mi fanno da charleston nei boschi in Toscana».

E una volta in studio, come ha trasformat­o tutto questo in musica? «Con i suoni concreti, la cosa più facile

che tu possa fare è la cacofonia della musica sperimenta­le, ma per quello sono davvero buoni tutti. Io volevo fare pop melodico, radiofonic­o, quasi rassicuran­te,

quello che può ascoltare anche un bambino o mia mamma, ma con i suoni del mondo, che sono così belli che basta un arpeggio per farne musica».

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