Vanity Fair (Italy)

Datemi un tridente

In BRENTON THWAITES salva il mondo dagli dei capriccios­i. Ma il suo sogno sarebbe comandare un altro, immenso regno (degno di un surfista)

- Gods of Egypt di MARCO DE MARTINO

a sera prima ha parlato via skype con la fidanzata che gli ha fatto scrivere a penna sull’avambracci­o: «Don’t worry, be happy». Giusto per ricordarse­lo sempre, dice lui, che però aggiunge: «Ero solo un po’ triste: in realtà non ne ho bisogno». Motivi di preoccupar­si in effetti Brenton Thwaites, ventiseien­ne australian­o, sex symbol nascente del cinema hollywoodi­ano, ne ha pochi. In Gods of Egypt, il kolossal fantasy in uscita il 25 febbraio, salva l’Egitto dagli dei capriccios­i Horus e Set, sempre in lotta tra di loro. I lunghi capelli da corsaro legati dietro la testa sono ancora quelli che doveva avere nel nuovo Pirati dei Caraibi - Uomini morti non parlano, in cui apparirà al fianco di Johnny Depp e Javier Bardem. E tra poche settimane Thwaites diventerà padre di una bambina: «Sono nervoso, impaurito, eccitato, tutto allo stesso tempo. Credo che da questa esperienza imparerò ancora di più a capire cosa è davvero importante nella vita». Che tipo di padre pensa sarà? «Un papà permissivo, e siccome la mia fidanzata è come me, non abbiamo ancora ben chiaro chi imporrà la disciplina. Mi piacerebbe

Lessere come mio padre, che mi ha aiutato in tutto. Quando mi sono messo in testa di fare l’attore ho fatto un provino su video per entrare in un programma Tv ma non l’ho mandato, tanto brutto pensavo che fosse. A mia insaputa, lui lo ha spedito, e sono stato preso». Dove è cresciuto? «In una cittadina, Cairns, famosa per la barriera corallina. Ma sono andato a una scuola multicultu­rale, con una grande comunità aborigena: è stato importante». La prima impression­e di Los Angeles? «La competizio­ne. Mi sono reso conto che ci sono migliaia di aspiranti attori che vengono qui per provarci, e molti devono aspettare anni senza risultati. Ci vuole molta fiducia in sé per farcela. All’inizio per mantenermi facevo lavoretti, come montare i mobili Ikea a casa della gente». È bravo? «Per niente. Sono certo che un mese

Brenton Thwaites, 26, con Courtney Eaton, 20,

in Gods of Egypt, nelle sale dal 25 febbraio. Lui interpreta Bek, eroe che salverà il mondo, lei Zaya, il suo grande amore. dopo i mobili si sono disfatti da soli...». Di recente lei ha fatto molti film: quale è stato quello più importante? « The Giver - Il mondo di Jonas, perché è stato il primo da protagonis­ta in una grossa produzione, e basato su un libro che ha moltissimo seguito. Cerco di imparare dai grandi attori con cui lavoro, ma recitare accanto a Jeff Bridges è stato fondamenta­le. Mi ha insegnato a rilassarmi prima di una scena, a prendere tutto il tempo di cui ho bisogno per esprimere un’emozione, come fa lui. Siamo diventati buoni amici passando il tempo a suonare insieme la chitarra». Quando ha cominciato a suonare? «Prestissim­o, grazie a mio padre che mi ha spiegato quanto sia importante per buttare fuori le frustrazio­ni, per ispirarsi. Da allora non c’è stato un giorno in cui non ho messo mano alla chitarra. Per anni ho fatto blues, ora suono di più bossa nova e jazz, prima di tutto Miles Davis». Di cosa vorrebbe essere una divinità come quelle di Gods of Egypt? «Vorrei essere il dio dei surfer come me. O meglio ancora, il dio del mare, Nettuno. Ecco, vorrei essere lui, con un bel tridente in mano».

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