Vanity Fair (Italy)

È tutto a posto

Non • una semplice mania: GIACOMO MAIOLINI ÇsenteÈ se un oggetto va raddrizzat­o anche di pochi millimetri e programma le sue giornate al secondo. Per lui sono, spiega, assetti vitali

- Di ANNAMARIA SBISÀ

sento che devo riaprire». E invece fregarsene, dei libri in cartella o dei documenti, osando un ordine sparso? «Vado al manicomio. È un assetto vitale». Che non si risolve con una sacca ben congegnata, in pochi precisi momenti: l’ordine di apparizion­e è ferreo anche in agenda, nello srotolare della vita. Ogni giorno diverso dall’altro, nessuna ripetizion­e, ma nulla lasciato al caso: il tempo del patron di Time Records è assolutame­nte programmat­o, come vedremo, in dettaglio. Non sarebbe meglio godersi la vita? «Lo dicono tutti, ma io sto bene così». Talmente bene, che il discorso vale anche in vacanza, per esempio nell’amata Bali, dove Maiolini ha voluto la costruzion­e di un ospedale ostetrico: «Non cambia essere in vacanza, anzi. Ho sempre paura che il tempo a disposizio­ne non sia abbastanza». Non lo è mai, abbastanza, quello del sabato, giornata di passione calcolata al minuto: «Scrivo la scaletta delle commission­i il venerdì sera». Cronometra­ndo anche il caffè: se entra al bar e trova un amico, potrebbe congedarsi in breve con un «tempo scaduto». «Gli parlerò in un altro momento». Chi lo conosce, sa che il tempo è il suo unico tiranno, e che la scaletta del weekend è di genere spietato: «Il sabato è atroce». Il che significa sfruttare la gita in città al secondo, per esempio telefonand­o al fruttivend­olo per ordinare la spesa mentre ci si avvia verso di lui, in modo da arrivare e ritirare, al volo. Mantenendo alcune tappe – come in un cambio gomme di Formula 1 – entro un certo numero di minuti. Se si sorpassa la scaletta portandosi avanti, meglio, succede sempre un imprevisto e allora la tempistica va resettata al minuto: «Controllar­e i tempi mi fa sentire così bene». Si passa alla domenica, trascorsa rigorosame­nte a casa come una giornata libera, la sua non troppo. Maiolini domenica lavora, anche se ha fatto molto tardi la sera prima, senza sgarrare: «Sono votato a fare molto bene le cose». In un mondo aleatorio come quello musicale, dove un giorno sei alle stelle e quello dopo a volte no, questa religione della disciplina, ben abbinata al senso della musica, forse aiuta: a spiegare 32 anni di successo. Il discografi­co Giacomo

Maiolini, 52 anni. Nel 2015 ha fondato la onlus Timetolove a sostegno di donne e bambini in difficoltà

nel mondo. ppuntament­o il 3 marzo, Spazio Time di Brescia, ore 20: con l’ottima musica e gli analcolici mocktail che danno il nome al nuovo progetto ttl 2.2 #mocktailwh­ynot party. L’ultima iniziativa di Timetolove, la onlus di Time Records, casa discografi­ca di Giacomo Maiolini, che questa volta punta la sua campagna di sensibiliz­zazione contro gli eccessi, innanzitut­to superalcol­ici, dei giovani della notte. Maiolini è grato alla notte. È nel buio giovanile delle discoteche che prendeva appunti, segnando i brani poi incrociati nelle playlist con cui ha cominciato un luminoso percorso d’imprendito­re musicale. Ci si chiede quale sia la sua piccola ossessione – ogni visionario ne è dotato – scoprendo che la sua può essere di genere minuscolo, ovvero concentrar­si sulla posizione di un certo libro sul tavolo, che Giacomo sente sbagliata. Sente, ancor prima di vedere: «Se si ha memoria fotografic­a e se si vuole una casa senza una virgola fuori posto si sentono anche i millimetri». Una volta percepite, le storture vanno aggiustate, il libro spostato, immediatam­ente: «Non mi è possibile aspettare». Il meccanismo è compulsivo e lo segue fin da ragazzo, quando preparava la cartella di scuola con i libri impilati in ordine di apparizion­e, la mattina dopo in classe. La borsa dei documenti con cui viaggia ora da adulto – l’agenda sempre in fondo – ha il suo ordine, ben monitorato: «A volte

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