Vanity Fair (Italy)

NON ERA AdAttO AllE pAssEREllE,

«ognuna ha il corpo che ha. e il mio, che un tempo oggi invece lo È»

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quasi due milioni di follower); posta su Instagram foto delle sue campagne – «ma solo di quelle in cui credo, perché la gente ha il radar per la falsità» –, come l’ultima per il mascara Maybelline NY Push Up Drama o quella per la linea che Tommy Hilfiger le ha dedicato; e amministra informazio­ni grandi e piccole sulla sua vita privata, «perché anche il pubblico rispetto a vent’anni fa è cambiato, non solo noi modelle. Oggi vogliono conoscerci meglio, vedere che cosa mangiamo, dove andiamo la sera». E soprattutt­o con chi: riservatis­sima, paradossal­mente, sulla sua vita privata, Gigi conferma i gossip sulla sua storia di quattro mesi con l’ex One Direction Zayn Malik principalm­ente a colpi di foto, come uno scatto in bianco e nero di lui che dorme, o un selfie con il ciondolo «Z» al collo proprio il giorno del compleanno di Zayn. «Ho trovato un mio equilibrio», precisa lei, «non voglio postare solo scatti di lavoro, ma nemmeno essere troppo diretta nel raccontarm­i, perché spesso il pubblico non è pronto». Riesce quindi a tenere qualcosa per sé? «Ignoro le domande dirette che mi fanno nei commenti ai post. E poi, anche se sono una persona molto onesta, ho capito che in qualche modo bisogna tutelarsi». Da che cosa? «Le critiche oggi sono molto più dure di un tempo. Magari 20 anni fa un’attrice faceva un brutto film, e ok, usciva una stroncatur­a. Una. Ed era scritta da un critico, cioè uno che aveva studiato. Oggi chiunque si sente in dovere di intervenir­e su tutto. Per esempio ieri, mentre sfilavo...». ..le è scivolato un capezzolo fuori dalla scollatura. «Vede? Lo ha letto su Twitter, vero? A una ragazza che sfilava con me è successa esattament­e la stessa cosa, con lo stesso vestito, però in viola. Ma tutti a postare sul capezzolo mio. Chi ha già visto mezza sfilata sa benissimo che incidenti così capitano letteralme­nte ogni giorno, chi se ne frega, guardate i vestiti!». Lei ha risposto a tono. «Ci ho fatto un tweet, ma per sdrammatiz­zare. Noi ventenni abbiamo questo grande vantaggio: poterci difendere o esprimere in tempo reale». Molte celebrity della sua generazion­e lo fanno anche su temi sociali: Emma Watson e Cara Delevingne, per esempio, parlano spesso di femminismo. «Se Naomi Campbell avesse avuto Twitter 20 anni fa, lo avrebbe usato nello stesso modo. Noi risultiamo più impegnate perché abbiamo più voce». Alle critiche sulle misure ha risposto proprio con un Instagram: «Se non avessi il corpo che ho, non avrei la carriera che ho». «La prima agenzia a cui mi rivolsi mi disse che non avrei mai sfilato per Victoria’s Secret: ero too big, troppo grossa. Lo stesso giorno ho incontrato Luiz, che è ancora il mio manager, e poche stagioni dopo sfilavo proprio per Victoria’s Secret. Ognuna ha il fisico che ha e il mio, che un tempo non sarebbe stato adatto alle passerelle, oggi lo è. Inoltre, il mio è un lavoro fatto anche di relazioni, e se Donatella Versace dice che sono una “ragazza Versace’’ non so chi possa smentirla». C’è una critica che la ferisce? «Quando dopo uno show qualcuno scrive che non so camminare. Ok, lo so da me, è appena la mia quinta stagione. Rispondo allenandom­i per migliorare». È un retaggio della sua vita da sportiva? «Mia madre ( l’ex modella e star del reality The Real Housewives of Beverly Hills Yolanda van den Herik, ndr) ha voluto che iniziassi a sfilare solo dopo i 17 anni. Prima andavo a scuola, e cercavo di essere la migliore. Volevo essere la migliore anche a pallavolo, uno sport che adoro, e anche a equitazion­e: facevo corse agonistich­e, ricordo pomeriggi in cui uscivo da scuola alle tre, finivo pallavolo alle sei e mezzo, guidavo un’ora per andare al maneggio e poi dormivo lì, per tornare a scuola in macchina il giorno dopo. Ora ho lasciato lo sport perché ho capito che, anche se mi fossi allenata il triplo, non sarei mai andata alle Olimpiadi. E se non sono la migliore in quello che faccio, non lo faccio proprio». E in quello che fa oggi, la modella? È la migliore? «No. ( Ci pensa un attimo). ancora».

O meglio: non

Pagg. 142, 143 e 144: blusa e minigonna coordinate ricamate con paillettes multicolor e sandali con plateau e fibbie, Make-up Gato per Maybelline nY.

hair Maurizio Galzignato.

Versace.

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