La filosofia da Giada di Giada
I’m lost: una piccola frase che Giada Colucci si è tatuata «perché perdersi nelle cose della vita, nella bellezza, è come perdersi in una città, è l’unica esperienza vera che puoi fare». È una ragazza loso ca, ama recitare: «Il cinema è un fuoco che non si può spegnere». E anche la moda: «Sono cresciuta con le riviste patinate tra le mani, mia mamma è stata il mio Platone, mi ha insegnato a mixare i colori, a dosare con garbo le stampe, ma anche a trovare un particolare prezioso nei tessuti o in quello che indossavo». Il suo è un approccio artistico a tutto tondo, che si tratti di recitazione, social network, oppure stile: «Sono tutte espressioni diverse della stessa cosa: l’arte, che è anima e creatività». Che sia uno spirito eclettico è subito chiaro entrando nel suo guardaroba: «Sono costantemente in bilico tra il mio lato dark e la voglia di colore. Sono innamorata di Vetements , secondo me uno dei marchi più innovativi del momento ( creato da un collettivo di cui fa parte anche Demna Gvasalia, il nuovo direttore creativo di Balenciaga, ndr). Adoro in particolare la gonna di pelle (1) e le felpe stampate. Un altro designer che indosso molto è Marco De Vincenzo , che è giovane e bravissimo, chapeau per i suoi occhiali da sole Marry Me (2) . Mi piaccio molto quando indosso le camicie semplicissime bianche oppure di jeans, la mia preferita al momento è di Stella McCartney (5) ». E gli accessori? «Sono romantica, ma a modo mio: le ballerine sono quelle di Miu Miu , a punta con il laccio alla caviglia (3) , la borsa è la Dotcom di Fendi (4) con la tracolla intercambiabile, per poter passare dalle borchie ai fiori. L’ultimo gioiello preso, poi, è l’Eye piercing ring (6) di Delfina Delettrez ». Un posto dove ama comprare preziosi «è Chrome Hearts a New York mentre Montaigne Market a Parigi ha abiti e accessori attuali ma con un gusto rétro». Ilaria Chiavacci