Vanity Fair (Italy)

E poi ci sarebbero I CO GENITORI

- di I R ENE SOAVE

A intralciar­e il desiderio di genitorial­ità non c’è solo la «natura»,

intesa come meccanismo che impedisce a due uomini o due donne di procreare senza aiuti. Ci si mette, e nell’epoca dell’amore romantico è un impediment­o altrettant­o forte, anche Cupido: che sempre più spesso

(nella sola Milano il 50% dei nuclei familiari è costituito da single) non fa incontrare il compagno «giusto» in tempo utile. Non a caso, infatti, sono perlopiù eterosessu­ali – in gran parte donne over 35, ma anche molti uomini, spesso ragazzi – i 2.670 utenti del sito co-genitori.it, bacheca per incontri dove l’annuncio tipo è: «Cerco maschio under 40, geneticame­nte valido». Sul sito si possono cercare e o rire: una donazione di sperma (in Italia non possono riceverne le donne single

o sopra i 45 anni), la disponibil­ità a portare avanti una gravidanza conto terzi (illecita in Italia), ma anche una co-genitorial­ità. Cioè la disponibil­ità a «fare famiglia» pur senza essere una coppia, senza vivere insieme, senza obblighi di fedeltà; un’opzione molto cercata da chi vuole un glio ma non un partner, o da coppie gay che vogliono però dare al bambino anche un genitore di sesso opposto. Il compito del sito – a cui abbonarsi costa 25 euro al mese – termina qui: è come un’agenzia che mette in contatto domanda e o erta. Di lì in poi, per gli utenti, è tutta autogestio­ne: come deve avvenire l’inseminazi­one (una nottata insieme senza impegno? Cucchiaio e siringa, seguendo le istruzioni del sito?), che accordi si prendono dopo, se il bambino davvero arriva, per tutelarlo anche economicam­ente? In Italia non ci sono leggi che regolino

la co-genitorial­ità e le famiglie «non famiglie»: che ci sono lo stesso,

come dimostra la sezione «Storie di successo» del sito, ricca di racconti entusiasti e grati. E che di eriscono dalle famiglie «normali» per un particolar­e: mamma e papà

non si amano.

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