A VOLTE, NEVICA IN APRILE»
ometimes It Snows in April era l’ultima canzone della splendida colonna sonora, firmata da Prince, di un musical mediocre del 1986, che finiva con la morte precoce – la neve d’aprile che stronca la vita appena sbocciata – del protagonista interpretato sempre da Prince. Fin troppo facile, oggi, vederci una profezia. Il 7 aprile, Prince cancella due concerti ad Atlanta per una non meglio specificata malattia. Il 14, recupera le date saltate, chiedendo al pubblico di non fare foto né riprese video. Il 15, il jet privato che lo sta riportando alla sua «base» di Minneapolis fa un atterraggio di emergenza nell’Illinois, dove viene ricoverato d’urgenza. Il comunicato ufficiale parla di sindrome influenzale, voci che al momento di andare in stampa non sono supportate da elementi concreti adombrano l’overdose. Certo è che, a tre ore dal ricovero, e contro le raccomandazioni dei medici, Prince si fa dimettere. E che la sera del 16, nei suoi studi di Paisley Park dove i fan si affollano quotidianamente nella speranza di vederlo apparire, sale sul palco. Non canta, non suona per loro, ma li rassicura, si fa per dire: «Aspettate qualche giorno a pregare per me». La mattina del 21 aprile, il centralino di emergenza riceve una chiamata proprio da Paisley Park dove gli assistenti di Prince, non riuscendo a contattarlo, sono andati a cercarlo. Lo hanno trovato esanime, dentro un ascensore. Alle ore 10.07 viene dichiarato morto, a 57 anni. Impossibile riassumere in queste poche pagine tutto quello che è stato Prince Rogers Nelson. Il precoce genio musicale, riscatto di un’infanzia segnata dalla povertà, dall’epilessia, dal bullismo. L’altrettanto precoce sessualità, che si tradurrà in una movimentata vita amorosa, in un’ostentata (ma probabilmente più estetica e artistica che reale) ambiguità, e nel primo album marchiato con il bollino «avvertenza: testi espliciti» (Purple Rain, per Darling Nikki). Soprattutto, i dischi che hanno cambiato la storia della musica. Preferiamo ricordarlo con le parole dei fan che lo hanno amato. Di un amico. E con una delle ultime interviste della sua vita. Frutto di un incontro avvenuto lo scorso novembre proprio nel suo «tempio», Paisley Park.