SE NON SEI SHARON STONE
ono una delle tante cinquantenni single di ritorno, convinte che la vita potesse offrire loro una seconda possibilità: povere illuse. Separata con figli, un lavoro mal pagato, vivo in provincia dove le occasioni sono poche. Risultato? Da anni nessuno mi tocca, bacia, accarezza, desidera. Non mi rassegno a essere diventata praticamente invisibile. Tengo a precisare che faccio sport, sono in forma, cerco di curarmi. I miei coetanei maschi magari hanno la pancetta, sono stempiati (niente di male, eh), non hanno neanche un gran lavoro, però una compagna la trovano. Siamo il prodotto di una società che ci ha illuse di essere uguali agli uomini per poi generare solo frustrazione. Un uomo a cinquant’anni è un ragazzino. Una donna, se non è Sharon Stone, dovrà scontrarsi con la dura realtà: è fuori mercato. Vorrei dire alle ragazze: siate consapevoli che non siete uguali agli uomini, potrebbe venire un giorno in cui dovrete pagare con la solitudine il non essere scese a compromessi. UNA DONNA SOLA
Sl’effetto giornalistico del «Poverina, voleva solo sorridere». Doina Matei, in carcere per aver ucciso una povera ragazza infilandole l’ombrello in un occhio, ha subito la sospensione della semilibertà, dopo che sono emersi i suoi selfie sorridenti su Facebook, perché ha contravvenuto a precise disposizioni impartite dai magistrati preposti. Non solo non aveva la facoltà di usare Facebook, ma l’ha fatto creando un profilo falso, quindi con l’intenzione di contravvenire alla legge e, per di più, mettendo in atto un meccanismo illecito. Pensando alla ragazza uccisa, non mi viene da dire della Matei «Poverina, voleva solo sorridere»; mi viene da dire che non si può dare la semilibertà a una persona che uccide in modo così barbaro e immotivato una persona innocente. Punto. Poi sorrida quanto vuole, ma in carcere. SALVATORE