E ORA PAGA IL TELEFONO
Ricordate la vita prima di Whatsapp? E prima del bancomat? Vi sembrano secoli? Capita che, quando arriva uno strumento geniale, il «prima» appaia preistorico. Sta per risuccedere, grazie a tre italiani
anno le All Star rotte, le pistole ad acqua tra i libri contabili, le felpe al posto delle cravatte. Se la ricerca del Mark Zuckerberg italiano fosse solo una questione di estetica, avremmo già i nostri vincitori, questi tre cuneesi – Alberto Dalmasso, Dario Brignone, Samuele Pinta – che hanno lasciato tre carriere ben avviate per una missione: cambiare in modo irreversibile il mondo dei pagamenti. L’app che si sono inventati si chiama Satispay, uno strumento per fare acquisti senza contanti o carta di credito e per scambiare denaro tra privati senza commissioni. Il loro scenario preferito è la pausa pranzo tra colleghi: si esce senza contanti e ognuno paga col suo smartphone. Oppure un gruppo di coinquilini che usa l’app per rimborsarsi le spese di casa. Potrebbe essere una rivoluzione, e sta partendo dai loro uffici di corso Sempione, a Milano, dove li abbiamo incontrati.
H«La percentuale dei pagamenti in contanti in Italia supera l’80%, le carte di credito hanno fallito», spiega Alberto, che è il capo, il Ceo, quello con l’aria più severa e le idee più bellicose, che se ne esce ogni tanto con frasi come: «Vogliamo fare molto male alle banche». Potrebbero riuscirci, la promessa di Satispay è diventare facile e diffusa come Whatsapp. Sulla facilità ci siamo (box a destra), lo scambio di denaro è veloce come un sms. Altri punti di forza: non ci sono costi di attivazione, non ci sono canoni. La commissione per l’esercente è di 20 centesimi sui pagamenti sopra i 10 euro, mentre su quelli sotto i 10 euro non c’è commissione. Sul diventare diffusi ci stanno lavorando, la strada è lunga: in Italia 4.500 esercizi commerciali usano Satispay, su un totale di oltre 750 mila. La metà dei 4.500 esercizi li hanno conquistanti bussando porta a porta. Ora, una spinta la riceveranno dall’integrazione sulla rete di Pos di Ingenico, mossa che apre loro un bacino di 83 mila esercizi, clienti del Credito Cooperativo. La scommessa però è fare diventare virale Satispay, come Facebook in Italia nel 2008. E in un Paese molto legato ai contanti, con avversari forti (i circuiti di pagamento come Visa e Mastercard, ma anche altre app come Jiffy e 2Pay) e con la concorrenza di Apple Pay in arrivo. Satispay è nata su Skype: Alberto aveva un buon lavoro in una private bank, Dario lavorava in Kazakistan, si erano conosciuti facendo snowboard. Dario aveva un piccolo problema: voleva fare una donazione a una Onlus che non poteva ricevere pagamenti con carta di credito e che pubblicava l’Iban sul sito. «Se solo si potesse fare un bonifico con un’app», aveva detto all’amico. In diretta, Dario e