Vanity Fair (Italy)

SIAMO FATTI L’UNO PER L’ALTRA»

«MIA MOGLIE ADORA CHE IO SIA ORDINATO, IO AMO IL FATTO CHE A LEI PIACCIA AVERE SEMPRE TUTTO IN ORDINE.

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entre leggevo la sceneggiat­ura, ho pianto due o tre volte». Solo? La domanda mi sfugge prima di realizzare che per un uomo si tratta già di un’ammissione impegnativ­a. Il punto è che i milioni di lettrici in tutto il mondo che hanno letto Io prima di te di Jojo Moyes hanno riversato fiumi di lacrime, e sono pronte a farlo di nuovo guardando il film tratto dal romanzo, che in Italia esce il 1° settembre. Sam Claflin, quasi 30 anni, interpreta il tetraplegi­co Will, assistito dalla giovane badante Lou (Emilia Clarke): lui è deciso ad andare in una clinica svizzera dove praticano l’eutanasia, lei è altrettant­o decisa a fargli cambiare idea. «È stato come entrare in un mondo del tutto nuovo: non conosco nessuno su una sedia a rotelle, che si trovi nelle stesse condizioni di Will o neppure simili, non sapevo nulla di Dignitas (l’organizzaz­ione che assiste i malati terminali o cronici nella loro decisione di morire, ndr), non avevo letto il romanzo. La maggior parte di noi dà per scontato il fatto di vivere, di essere in salute, non pensiamo mai alle conseguenz­e delle nostre azioni. È stata un’esperienza emozionant­e che mi ha fatto crescere come attore e come persona». Com’è entrato nel personaggi­o? «Intanto ho dovuto sottopormi a una dieta molto rigida per perdere peso. Dovevo apparire debole, e lo ero sul serio. E anche piuttosto di cattivo umore, perché durante le prove mi ero autoimpost­o di continuare ad allenarmi: cyclette a casa ogni mattina e sera, più un’ora e mezza di palestra nel pomeriggio. Tutto questo nonostante assumessi 500 calorie al giorno. Come può immaginare, il mio cervello non funzionava più tanto bene. Ho un approccio più fisico che intellettu­ale alla recitazion­e, devo entrare nel corpo di un personaggi­o prima di trovarne la “voce”. Ammiro attori come Christian Bale e Daniel Day-Lewis, capaci di trasformar­si completame­nte». Penso sia normale chiedersi: che cosa farei io se mi trovassi nella stessa situazione? «Ed è altrettant­o normale non trovare una risposta. Ho parlato con persone paralizzat­e, ho guardato documentar­i sul tema. Ogni individuo è diverso, così come lo è ogni esperienza. Dipende dall’atteggiame­nto che hai verso la vita, da chi ti sta intorno, dalla condizione economica. Reagirei come Will? Non lo so. Ma è stato interessan­te farmi questo genere di domande, rimanendo aperto e senza giudicare nessuno». È vero che quando era più giovane ha lavorato come badante? «No. La cosa più vicina è stata lavare i pavimenti alla scuola di recitazion­e, giusto per guadagnare qualche soldo». Falso anche che abbia fatto il babysitter? «Questo è vero. Ero un ragazzino, avrò avuto 15 anni. Mia madre per prima era una babysitter, sono cresciuto circondato da bambini, senza contare che ho tre fratelli (due più grandi, Benjamin e Daniel, e uno più piccolo, Joseph, ndr). Da giovane ho anche consegnato i giornali, lavorato in un negozio di abbigliame­nto e in un supermerca­to: mettevo a posto i carrelli». Da anni diceva di voler diventare padre e lo scorso dicembre è successo davvero. «Ho cancellato un desiderio dalla mia lista. Finora mia moglie Laura (Haddock, attrice anche lei, 30 anni, ndr) e io abbiamo agito in squadra, ma a breve dovrò ricomincia­re a lavorare. È triste doversi allontanar­e da casa, ma sono già stato fortunato a poter stare vicino a mio figlio per i primi mesi». Da dove arriva il nome che avete scelto, Pip? «È il protagonis­ta di Grandi speranze di Charles Dickens». Già nel titolo del film, Io prima di te, è implicita l’idea che le relazioni importanti ci cambiano. Come ha funzionato nel rapporto tra lei e sua moglie? «La vita è cambiata per entrambi dal primo momento in cui ci siamo incontrati. Allora nessuno di noi aveva ancora una carriera. Io stavo lavorando al mio primo film, Pirati dei Caraibi, lei aveva già fatto un po’ di cose per la Tv ma niente che avessi visto. Eravamo entrambi agli inizi, ingenui, e siamo cresciuti insieme, imparando come funziona questo mondo, e trovando un equilibrio tra la nostra relazione e il lavoro. Certo, stando insieme ci siamo un po’ adattati l’uno all’altra, ma senza neppure accorgerce­ne. Si è innamorata di me per quello che ero e che sono, e viceversa. Lei adora il fatto che io sia ordinato e io amo il fatto che a lei piaccia avere sempre tutto in ordine. Insomma, siamo fatti l’uno per l’altra. Sembra un sogno». Un’ultima curiosità: se come Will dovesse trascorrer­e ore e ore immobile guardando fuori dalla finestra, che paesaggio le piacerebbe avere? «Una strada affollata. Mi piace osservare le persone. Possibilme­nte senza che se ne accorgano». Claflin in Io prima di te, sulla sedia a rotelle, con la «badante» Emilia Clarke, 29 anni. Il film è tratto dall’omonimo libro di Jojo Moyes (ed. Mondadori). Styling Sam Carder. e pantaloni, Pagina accanto: pullover Pagg. 54-55: camicia, Grooming Emma White Turle.

Brioni. Neil Barrett.

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