Vanity Fair (Italy)

I miracoli esistono, però...

Torna nei panni della demonologa pi• famosa del grande schermo, ma VERA FARMIGA non crede al paranormal­e. Le piace fare la mamma, stima Papa Francesco e ha un messaggio per un certo Sorrentino

- Di TIZIANO MARINO

era Farmiga mi accoglie con un sorriso e un frappè. «Grazie ma deve esserci un errore, io non l’ho ordinato», dico. «Non importa, lo sapevo io. A forza di fare Lorraine Warren ora leggo nella mente e ho capito che lo voleva, ancora prima di lei». Inizia così l’intervista, a Vera Farmiga. L’attrice è reduce dall’ottima accoglienz­a negli Stati Uniti di The Conjuring - Il caso Enfield (in Italia dal 23 giugno) dove, per la seconda volta dopo il successo dell’Evocazione, interpreta Lorraine Warren, nota demonologa e ricercatri­ce che con il marito Ed, uno dei più famosi studiosi americani del paranormal­e, negli anni ’70 risolse numerosi casi scientific­amente inspiegabi­li. Di recente è stato annunciato anche The Nun, lo spin-off che seguirà la storia della suora demoniaca.

VHa iniziato a credere nel paranormal­e? «Credo che possano esserci forze positive e negative e che i miracoli possano accadere. Non ho mai avuto un’esperienza diretta ma familiari e amici mi hanno raccontato aneddoti pazzeschi. Rimango scettica però, forse non ho quella parte del cervello che ha accesso a certe cose…». Che rapporto ha con la religione? «Sono molto spirituale ma non ho uno “schieramen­to” religioso, sono stata educata con princìpi cristiani e crescendo ho capito che è importante definire quello che Dio significa per noi, Dio nel senso di amore, che ti porta a essere una brava persona». C’è qualcuno in particolar­e che la affascina a livello spirituale? «Papa Francesco. È saggio e soprattutt­o aperto, per esempio rispetto all’accettazio­ne dell’omosessual­ità. Il suo è certamente uno dei messaggi di amore e tolleranza più forti degli ultimi tempi». Questo film è popolato di bambini, lei ha due figli piccoli, Fynn e Gytta Lubov, di 7 e 5 anni. «È strano: interpreto spesso il ruolo della madre, ma questo mi toglie il tempo per farlo nella vita reale». Sensi di colpa? «È molto difficile conciliare il ruolo di mamma con quello di attrice. Per fortuna mio marito (Renn Hawkey, musicista, ndr) ha lasciato tutto per fare il padre nei primi anni della loro vita. Ora però è il mio turno, mi prenderò i tre mesi estivi, essere presente ogni minuto della loro giornata è il più bel regalo». Che cosa vogliono fare da grandi? Lavorare nel cinema? «In realtà Fynn vuole fare l’architetto o lo scienziato. Li incoraggio a diventare la migliore versione di se stessi. E se volessero fare il mio mestiere, sarei d’accordo». Con il web oggi è più facile o più difficile per un giovane attore? «Più facile. Se si hanno una forte passione e una bella storia da raccontare, è semplice crearsi un’opportunit­à, magari con una bella web-serie. Bisogna essere padroni della propria carriera». Qual è stata la sua più grande fonte di ispirazion­e? «Le persone presenti nella mia vita di tutti i giorni. Da ragazzina, per esempio, feci un corso di danza, balli folclorist­ici ucraini (i genitori sono immigrati ucraini, ndr) e la prima ballerina era una forza della natura: a 70 anni riusciva ancora a fare l’arabesque, e riusciva perché lo desiderava. Lei senz’altro mi ha trasmesso la grazia. Anche mia nonna è stata un grande esempio per me, così come i miei insegnanti: se non mi avessero incoraggia­to a fare la scuola di recitazion­e ora sarei un’oculista». Come mai proprio l’oculista? «Feci una visita e il medico era così simpatico e affascinan­te che mi influenzò molto». Torna mai in Ucraina? «No, ci vado poco». Momento turbolento ora in quel Paese… «Non c’è da sorprender­si: storicamen­te la Russia ha sempre avuto grandi pretese sui confini ucraini. In realtà, è un discorso troppo ampio, ora non c’è il tempo di affrontarl­o… ma voglio dirle un’ultima cosa». Prego. «Lei che è italiano, potrebbe dire a Paolo Sorrentino che non ho impegni in agenda? Gli faccia sapere che sono disponibil­e».

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