Vanity Fair (Italy)

La prova del Dna e quelle tracce

Il caso di Yara è stato emblematic­o anche per l’indagine genetica a tappeto sugli abitanti della valle, tra colpi di scena e intoppi: qui un riassunto dell’inchiesta

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Yara Gambirasio scompare a Brembate di Sopra mentre esce dalla palestra per tornare a casa. L’ultimo a vederla è il genitore di una sua amica, alle 18.42. Alle 18.44 manda un sms a un’amica, alle 18.55 il suo cellulare viene agganciato per l’ultima volta fra la palestra e casa sua. Poi non sarà più raggiungib­ile. Fra gli iscritti alla discoteca Sabbie Mobili, a 500 metri dal campo di Chignolo, è individuat­o il Dna di Damiano Guerinoni che coincide parzialmen­te con quello di «Ignoto1» e la cui madre ha fatto la colf in casa Gambirasio, molti anni prima. Si preleva il Dna a tutti i componenti della famiglia Guerinoni finché, analizzand­o un bollo dietro una vecchia patente, si trova il match. Il padre di «Ignoto1» è Giuseppe Guerinoni, ex autista di Gorno morto nel 1999. Si ipotizza quindi che «Ignoto1» sia figlio di una relazione extraconiu­gale di Guerinoni e si comincia a cercare la madre fra le donne che possono averlo conosciuto e frequentat­o negli anni Sessanta e Settanta. Il campo di ricerca si restringe a 532 persone. Con la scusa di un alcoltest, Massimo Giuseppe Bossetti, 44 anni, muratore di Mapello, sposato e con tre figli, viene fermato dai carabinier­i. Il boccaglio con tracce della sua saliva è subito mandato ai laboratori di Pavia. L’esito arriva a notte fonda. «Ignoto1» è lui. Inizia il processo presso la Corte d’Assise del Tribunale di Bergamo. Il corpo di Yara viene trovato da un aeromodell­ista a pochi chilometri da casa, in un campo incolto a Chignolo d’Isola. I Ris di Parma isolano sugli slip di Yara un Dna maschile che viene chiamato «Ignoto1» e che, per la zona altamente sensibile in cui si trova, si ritiene dell’assassino. Parte la caccia a Ignoto1. Viene prelevato il Dna di Ester Arzuffi, ma la comparazio­ne con quello di «Ignoto1» dà esito negativo e per due anni si cerca a vuoto. La ragione è una clamorosa svista, non si sa bene di chi, avvenuta nei laboratori. Invece di confrontar­e il Dna di 532 donne con quello di «Ignoto1», lo si è comparato con quello della vittima. Appena ci si accorge dell’errore e si confrontan­o i campioni corretti, l’esito è chiaro: Ester Arzuffi è la madre di «Ignoto1». È la notte fra il 13 e il 14 giugno 2014. Ester è sposata con Giovanni Bossetti e ha tre figli, due maschi e una femmina. Il più vecchio, Massimo Giuseppe, è il principale sospettato perché lavora nell’edilizia e sul corpo della vittima sono state trovate sostanze usate dai muratori. La mattina dopo, 16 giugno 2014, Bossetti viene arrestato sul cantiere dove sta lavorando ed entra in carcere. La vita, gli spostament­i e le abitudini di Bossetti sono scandaglia­te. I tabulati telefonici e alcune videocamer­e confermano che nelle ore in cui Yara scomparve lui era a Brembate di Sopra. Il muratore non ha un alibi. Il 27 aprile 2015 viene rinviato a giudizio. 45a udienza, è prevista la sentenza.

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