SCENE DA UN DISASTRO
L’ex direttore dell’Economist e una regista italiana avevano previsto tutto: in un documentario del 2015, l’Europa si disintegrava dopo la BREXIT e altre uscite. Qui spiegano come recuperare
hiamatelo pure The Great European Disaster. Come il titolo del film girato da Annalisa Piras e prodotto dall’ex direttore dell’Economist Bill Emmott, un documentario del 2015 ambientato in un futuro distopico non troppo distante in cui l’Unione Europea è solo un lontano ricordo. Dopo il voto sulla Brexit, le previsioni del
lm sembrano iniziare ad avverarsi. Così abbiamo chiesto ad Annalisa e Bill – entrambi attivi nella Wake Up Foundation, la charity che promuove la campagna Wake Up Europe (wakeupeurope.eu) – quale Europa è
Cpossibile dopo che quella che conoscevamo noi è messa in crisi dalla vittoria del Leave. In The Great European Disaster Movie l’Ue viene addirittura abolita. Questo scenario è davvero possibile? «Sì. Non in una notte, ma dopo una lenta agonia fatta di mutilazioni. Se la gente, sulla spinta dei populismi, continua a identi care l’Europa come la causa dei propri mali, allora non c’è via di scampo». Ma perché un Paese come l’Italia, che versa a Bruxelles più di quanto riceve, dovrebbe restare nell’Ue? «Uno dei danni più gravi prodotti dalla Brexit è stato proprio quello di aver suggerito che l’appartenenza all’Unione possa essere valutata facendo il conto della spesa. Con i giornalisti di InFacts, iniziativa editoriale indipendente, abbiamo dimostrato che è impossibile calcolare pro tti e perdite in base alla semplice quota d’iscrizione al club. L’Ue è il più importante blocco commerciale del pianeta e i vantaggi economici del farne parte sono incalcolabili, per non parlare di quelli a livello geopolitico». Quale Europa è ora possibile?