Vanity Fair (Italy)

SCENE DA UN DISASTRO

L’ex direttore dell’Economist e una regista italiana avevano previsto tutto: in un documentar­io del 2015, l’Europa si disintegra­va dopo la BREXIT e altre uscite. Qui spiegano come recuperare

- Di FRANCESCO BISOZZI

hiamatelo pure The Great European Disaster. Come il titolo del film girato da Annalisa Piras e prodotto dall’ex direttore dell’Economist Bill Emmott, un documentar­io del 2015 ambientato in un futuro distopico non troppo distante in cui l’Unione Europea è solo un lontano ricordo. Dopo il voto sulla Brexit, le previsioni del

lm sembrano iniziare ad avverarsi. Così abbiamo chiesto ad Annalisa e Bill – entrambi attivi nella Wake Up Foundation, la charity che promuove la campagna Wake Up Europe (wakeupeuro­pe.eu) – quale Europa è

Cpossibile dopo che quella che conoscevam­o noi è messa in crisi dalla vittoria del Leave. In The Great European Disaster Movie l’Ue viene addirittur­a abolita. Questo scenario è davvero possibile? «Sì. Non in una notte, ma dopo una lenta agonia fatta di mutilazion­i. Se la gente, sulla spinta dei populismi, continua a identi care l’Europa come la causa dei propri mali, allora non c’è via di scampo». Ma perché un Paese come l’Italia, che versa a Bruxelles più di quanto riceve, dovrebbe restare nell’Ue? «Uno dei danni più gravi prodotti dalla Brexit è stato proprio quello di aver suggerito che l’appartenen­za all’Unione possa essere valutata facendo il conto della spesa. Con i giornalist­i di InFacts, iniziativa editoriale indipenden­te, abbiamo dimostrato che è impossibil­e calcolare pro tti e perdite in base alla semplice quota d’iscrizione al club. L’Ue è il più importante blocco commercial­e del pianeta e i vantaggi economici del farne parte sono incalcolab­ili, per non parlare di quelli a livello geopolitic­o». Quale Europa è ora possibile?

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