Vanity Fair (Italy)

AMICI E NEMICHE

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«Il matrimonio di George e Amal è agli antipodi di quello tra Johnny Depp e Amber Heard, tanto passionale quanto avventato e pericoloso», dice Maëlle Brun. «È stato orchestrat­o quasi come le nozze reali tra Kate e William, ha permesso al mondo di condivider­e una favola moderna dalla scenogra a perfetta, con il Canal Grande sullo sfondo, gli abiti da sogno e gli invitati famosi». Cindy Crawford e il marito Rande Gerber, Matt Damon e la moglie Luciana Barroso, John Krasinski ed Emily Blunt, Bono, Ellen Barkin, Bill Murray, Anna Wintour. Non sono bastati tutti questi nomi stellari a nascondere l’assenza di due nomi in particolar­e. Brad Pitt e Angelina Jolie, u cialmente trattenuti da obblighi profession­ali. Ma siccome c’è sempre chi pensa male, i sospetti si sono concentrat­i su una presunta incompatib­ilità tra Amal e Angelina. «A dar retta a questa strampalat­a teoria», dicono le giornalist­e, «l’esistenza della neo signora Clooney, con i suoi titoli di studio e il suo curriculum profession­ale, o usca le aspirazion­i “politiche” della signora Pitt, che no a due anni fa era l’ambasciatr­ice hollywoodi­ana delle organizzaz­ioni umanitarie, e che ora deve accettare la concorrenz­a dell’ultima arrivata». Ci sarebbe poi, chissà se e quanto

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