LETTURE SERALI
In un tempo che sembra remoto, e che durava da migliaia di anni, di giorno si stava svegli e si spendevano energie, di notte si dormiva e si recuperavano le forze. Ecco, bisognerebbe metterlo almeno nei propositi delle prossime ferie: andare in vacanza per riposarsi, «per staccare la spina». Perché il sonno notturno, l’estremo rilassamento dell’organismo, ha una funzione unica: resettare il cervello, ripulirlo, purgarlo delle tossine, consentire al bioritmo del giorno – attivato naturalmente dall’ormone cortisolo e tenuto sulla corda dall’adrenalina – di lasciare spazio al bioritmo serale, alle lunghe onde che portano al sonno profondo e ristoratore attraverso il rilassamento (la cui azione antin ammatoria è nota e decisiva). L’insonnia protratta, ovvero dormire sei ore o meno per notte, far fatica a lasciarsi andare, svegliarsi spesso e/o troppo presto, è un vero disastro per l’umore e un fattore di rischio nella lunga distanza per molte patologie, dalle malattie cardio-vascolari all’Alzheimer. Nell’immediato, invece, ingrassare è più che probabile. Una ricerca ha appurato come basti dormire quattro ore per due notti di seguito per alterare i due ormoni che in uenzano fame e sazietà, la grelina e la leptina. Problema individuale, ma pure sociale vista l’incidenza e le implicazioni economiche sulla sanità (tra cui crollo delle prestazioni sul lavoro e gli incidenti). L’insonnia riguarda il 10 per cento degli italiani: dato forse sottostimato, perché le donne sopra i 45 anni, la categoria che dorme peggio, riferiscono meno degli uomini il disturbo ai medici. L’e etto più vistoso è un disturbo speculare all’insonnia, ovvero la ESD, Eccessiva Sonnolenza Diurna, che secondo l’Associazione italiana di medicina del Sonno riguarda tra il 10 e il 25 per cento della popolazione e porta – di nuovo – a una maggiore incidenza di rischio cerebro-vascolare, neuro-psichiatrico, neoplastico e in generale per tutte le malattie degenerative. Gli studi sono puntati soprattutto sulla malattia di Alzheimer. Già nel 2009 i ricercatori della Washington University avevano scoperto che le placche amiloidi collegate alla patologia si formano più rapidamente nel cervello dei topi privati del sonno, e studi più recenti confermano l’ipotesi. La scoperta del «Sistema glinfatico», il processo con cui il cervello dei mammiferi si libera delle tossine durante il sonno profondo, conferma quanto sia indispensabile dormire bene. E in modo naturale, perché il sonno indotto dalla chimica non ha le stesse proprietà. Vanni Zacchi, psico-neuro-immunologo a Milano, spiega che «l’insonnia è un disturbo stress-correlato. Siamo sottoposti a carichi di ogni genere ai quali dobbiamo adattarci. Il risultato è uno stress cronico: l’organismo produce cortisolo (e adrenalina) in modo continuativo, i bioritmi saltano, si invertono. Cominciamo con l’eliminare le cattive abitudini: via la palestra e l’attività sica intensa la sera, sì a una camminata tranquilla, a un giro in bici, allo yoga. Vietato usare computer, tablet, videogiochi prima di dormire – eccitano il sistema neurovegetativo – e il cellulare deve essere in modalità aereo. Via le cene pesanti e/o troppo vicine all’addormentamento. Sì alle colazioni abbondanti, dopo aver fatto brevi e intense attività siche mattutine (10 minuti di Interval Training sono perfetti). E se dovete litigare con qualcuno, fatelo al mattino, non la sera: qualche volta fa bene, attiva gli ormoni necessari ad a rontare la giornata». «Solo rinnovando il rapporto con il sonno possiamo riprendere il controllo della nostra vita», scrive Arianna Huffington nel suo ultimo saggio The Sleep Revolution (Harmony, pagg. 400, $ 15,85), esplorazione scientifica e personale sul ruolo del sonno e dei sogni.