Vanity Fair (Italy)

LA MAMMA PIÙ AMOREVOLE E COCCOLONA,

LEI MI HA INSEGNATO CHE SI PUÒ ESSERE E SUBITO DOPO DIVENTARE LA MANAGER PIÙ AGGRESSIVA

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ggi l’arma segreta di Emilia Clarke, che dopotutto è stata nominata la donna più sexy del mondo da diversi mensili maschili, non sono i draghi ma le ciabattone di peluche bianco che indossa sotto il vestito rosso. Sono del tipo che si trova nelle stanze d’albergo, e la rendono ancor più minuta quando si siede rannicchia­ndosi con le mani sulle caviglie e ordina un tè verde: «Non ce la facevo più a stare in tacchi alti, oggi mi deve prendere per quello che sono». Essere la donna fatale non sembra interessar­le più di tanto. «Sono cresciuta so rendo tantissimo mentre guardavo i corpi magrissini e altissimi delle modelle sui giornali di moda. Non voglio che altre ragazze si sentano a disagio leggendo di me, che pensino di non essere belle o brave abbastanza. Tutte lo siamo, basta che a un certo punto ci facciamo una ragione della nostra realtà». A lei quando è successo? «Presto. Quando ho capito che non sarei mai cresciuta quel mezzo metro in più, e che non mi sarei mai svegliata col corpo di Giselle. Ma se cominci ad avere ducia in quello che sei, tutto è possibile». Quel che sembra quasi impossibil­e è rintraccia­re in questa ragazza molto british, tutta understate­ment e battute fatte per eludere più che far ridere, la temutissim­a Daenerys Targaryen, ovvero la Madre dei Draghi che Emilia Clarke interpreta da sei stagioni nel Trono di spade. Nella serie il suo volto è come pietri cato, mentre nella realtà è espressivo al punto che si fatica a staccare gli occhi dalle sue sopraccigl­ia: sembrano saltellare su ogni parola mentre lei racconta che prima nessuno la riconoscev­a per via della parrucca di Khaleesi, come viene anche chiamata Daenerys, e che ora sarà diverso. «Magari per passare inosservat­a stavolta sarò costretta a tingermi di biondo!». È facilissim­o trovare nelle risate di Emilia la dolce Louisa Clark del lm Io prima di te (che uscirà in Italia il 1° settembre), una ragazza di campagna che viene assunta per tenere compagnia all’aristocrat­ico Will (Sam Cla in) costretto sulla sedia a rotelle dalla sua tetraplegi­a. All’entrata della sala dove proiettava­no il lm, assieme a popcorn e Coca-Cola distribuiv­ano fazzoletti di carta con il titolo sulla confezione: Io prima di te, adattament­o cinematogr­a co del bestseller di Jojo Moyes, è infatti anche una storia d’amore resa impossibil­e non dalla condizione di Will ma dalla sua volontà di smettere di vivere e scegliere l’eutanasia. «Dopo avere letto tre pagine del libro sapevo già di volere la parte. Non è solo per l’importanza del tema che a ronta: è che io sono veramente una copia perfetta di Louisa. Più leggevo e più mi convincevo che l’autrice in realtà stesse scrivendo di me, e quando si è trattato di girare il lm ero sicura che quella fosse la mia vita e che per caso ci fossero delle telecamere a lmarmi». Come Louisa, anche Emilia è cresciuta nella campagna inglese, contea del Berkshire. Figlia di una consulente di marketing e di un tecnico del suono che lavora nei teatri del West End di Londra, ha costretto i genitori e il fratello più piccolo a guardarla recitare in salotto no a quando non si è trasferita a Londra a frequentar­e il Drama Centre. Il suo primo ruolo importante è arrivato proprio con Il trono di spade. «All’inizio non è stato facile adattarmi alla serie perché dentro di me non sono una dura ma una morbidona. È un’altra ragione per cui ho desiderato con tutte le mie forze la parte di Louisa: c’era una sincerità che voleva farsi vedere disperatam­ente». Come si descrivere­bbe, sincerità a parte? «Mi piace ridere, e ho un ottimismo che non cede davanti a nulla. Come Louisa, una volta ero anche molto ingenua, ma sono cambiata crescendo». È ambiziosa? «Moltissimo. So di voler fare questo lavoro sin da quando mio padre mi portò dietro le quinte di Show Boat. Avevo 2 anni». E perché non ha cominciato prima a recitare? «Sono anche molto saggia. Quando mio padre a 10 anni mi portò a fare un provino nei teatri del West End, capii che dovevo aspettare. E che lui voleva mettermi alla prova». È vero che, quando ha detto a suo padre di voler fare l’attrice, lui le ha risposto che avrebbe dovuto imparare una sola battuta: «Vuole anche patatine fritte?». Che, insomma, sarebbe nita a fare la cameriera? «Oddio, lo ha letto anche lei! Se solo potessi togliere quella frase da Internet. La verità è che mio padre ha sempre creduto in me, e stava solo cercando di proteggerm­i, come avrebbe fatto qualsiasi padre. Lei ha gli?». Sì, due. «Scommetto che se uno dei due venisse da lei a dirle che vuole fare questa stupida carriera in cui il rischio di nire disoccupat­i è altissimo, anche lei gli rispondere­bbe così». Che cosa le dice suo padre, adesso che è diventata famosa? «La sua frase preferita è: “Chi l’avrebbe detto?”». Che cosa ha preso da lui, e che cosa da sua madre? «Mio padre mi ha riempita d’amore, da mia madre è venuta la forza: mamma ha veramente le palle. Entrambi sono stati intelligen­tissimi perché hanno cresciuto me e

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