CANNE: SÌ, NO, FORSE
Il 25 luglio a Montecitorio si vota una legge sulla legalizzazione della cannabis, presentata da 294 parlamentari: se passa i maggiorenni potranno detenere in casa fino a 15 grammi «ricreativi» e acquistarla nei negozi. A chi gioverebbe? Ecco le cinque te
Terapie più facili
Dal 2013, anche in Italia si può comprare l’«erba» in farmacia con una speciale prescrizione per chi ha il cancro, la sclerosi multipla, la Sla. La burocrazia necessaria rende però l’accesso molto tortuoso, tanto che, per l’Associazione Luca Coscioni, solo 40 pazienti nel 2013 ne hanno fatto uso, a fronte di 3.300 che ne avevano diritto. Non solo: in farmacia costa fino a 40 euro il grammo (non sempre mutuabili), mentre un prezzo di mercato si attesterebbe sui 10-12 (relazione del Gruppo Abele presentata alla Camera).
Contributo al Pil
Il mercato c’è: il 32% degli adulti italiani, cioè circa 5 milioni di persone, ha fumato una canna almeno una volta (fonte: Dipartimento politiche antidroga). Un mercato nero che se emergesse potrebbe fruttare, secondo stime dell’osservatorio Cannabislegale.org, 12 miliardi l’anno. Stime più prudenti parlano di 5: il costo di produzione di un mercato lecito non è competitivo con quello del sommerso. Quando nel 2011 l’Istat ha provato a inserire nel conto del Pil anche droghe e attività illecite, le droghe (tutte insieme) valevano 10,5 miliardi. Certo nascerebbero nuovi lavori: l’ipotetico franchising Nativa di «erba italiana», già depositato e in attesa di partire, vanta già 2 mila venditori pre-iscritti.
Danni alle mafie
I guadagni di questo nuovo mercato sarebbero anche sottratti al crimine organizzato, che gestisce una rete (stimata) di 100 mila spacciatori in Italia. Obiezione comune è che togliere loro gli spinelli non indebolisca le mafie: un grammo di eroina costerebbe almeno 20 euro, uno di hashish anche 5, non sarebbe un core business. Eppure, secondo l’Eu Drug Markets Report 2016, il 38% del mercato europeo delle droghe, che «fattura» 21,5 miliardi di euro l’anno, è rappresentato da «maria» e hashish.
Migliore controllo
Una filiera produttiva certificata potrebbe monitorare il tasso di Thc, il principio attivo dell’«erba»: sul mercato nero si trovano indifferentemente piante con lo 0,2% e con il 20%, con effetti diversi sulla salute. La cannabis, se fumata, non fa bene; ma di alcol e sigarette muoiono ogni anno, in Italia, rispettivamente 30 e 90 mila persone. Anche il prezzo si può «calmierare»: magari adeguandosi alla media europea, che (Eu Drug Markets Report 2016) si aggira sui 10-12 euro. «Lo Stato non si illuda di ricavarne molto», ha spiegato alla Camera il presidente del Gruppo Abele Leopoldo Grosso. «Il prezzo più di così non può salire, se no il mercato nero non viene intaccato. Ma almeno si sposta il mercato dall’illegalità alla legalità».
Più respiro alle carceri
La pena per un piccolo spacciatore, oggi, va dai 6 mesi ai 4 anni. I detenuti in Italia nel 2016 sono 54 mila (la capienza regolamentare è circa 47 mila posti, dati del ministero della Giustizia). Di loro, 18.470 sono detenuti per droga – e costano allo Stato, secondo l’associazione Antigone, 1 miliardo l’anno – e circa 9 mila per il solo possesso di cannabis. Depenalizzarla potrebbe alleggerire il flusso di nuovi ingressi in carcere, secondo una relazione alla Camera dell’epidemiologa Sabrina Molinaro, del 14%.