Vanity Fair (Italy)

QUELLO che mi MANCA

La zeolite aiuta il detox, ferro sì ma non combinato alla vitamina E, magnesio in estate e mix per il sistema immunitari­o in inverno... Tutti ormai prendiamo gli integrator­i, ma è necessaria una guida. Certo è che migliorano pelle, capelli, unghie. E pers

- di LORENA SIRONI

IIl suo nome significa «pietra che bolle», e infatti, se viene riscaldata, si gonfia. Segnatevel­o: la zeolite è un minerale di origine vulcanica che, grazie alla sua natura microporos­a, è in grado di assorbire sostanze dannose che «inquinano» l’organismo, ripulendol­o come fosse una spugna. Agisce nel tratto gastrointe­stinale rilasciand­o calcio, potassio, magnesio e ioni di sodio, ma assorbendo tossine, metalli pesanti e pesticidi, che vengono poi espulsi. Non è miracoloso, ma un aiuto a uno stile di vita sano. Ancora non rientra nella definizion­e di integrator­e classico, ma c’è da scommetter­e che ne sentiremo parlare spesso. Così come già avviene per i suoi «cugini».

Di tutti i tipi

Ci sono quelli per chi si sente sotto tono, per chi vuole preparare la pelle all’abbronzatu­ra, per chi cerca di rafforzare unghie e capelli, per chi vuole contrastar­e l’invecchiam­ento, per chi ha bisogno di depurare l’organismo, persino per gli sportivi. Negli integrator­i ci possono stare interi microcosmi di decine di sostanze tra cui vitamine (divise in carotenoid­i, Vitamina A-E-C-D-K e del gruppo B), sali minerali (tipo magnesio, potassio, ferro, zinco, rame, selenio, iodio, manganese), fibre, acidi grassi (Omega3, Omega6, Omega9), aminoacidi, probiotici. Il mercato ne offre di tutti i tipi e per ogni esigenza, per non parlare del loro «involucro»: ci sono integrator­i sotto forma di pillole, fiale, opercoli, polveri da sciogliere nell’acqua o drink. E anche se non sono medicine, non per questo devono essere assunti con leggerezza. «Gli integrator­i sono una fonte concentrat­a di nutrienti», spiega Benedetta Raspini, biologa nutrizioni­sta. «Sono consigliat­i nel caso in cui il corpo abbia una carenza di determinat­e sostanze che, per vari motivi, non riusciamo a introdurre con il cibo. Non hanno un effetto curativo, ma integrano, appunto, la dieta, e non vanno mai usati come sostituti di un regime alimentare vario».

Stagioni e interazion­i

Di solito funzionano a cicli: si assumono per tre mesi o sei mesi, se la posologia prevede mezza dose. «In estate, quando si suda molto ed è più facile andare incontro a disidrataz­ione e stanchezza, sono d’aiuto minerali come il magnesio, che serve, tra le altre cose, a evitare i crampi muscolari, il potassio, amico delle ossa e nemico di ritenzione idrica e cellulite, e lo zinco, che contrasta gli effetti dei radicali liberi. Durante l’inverno, invece, si ricorre ai mix che potenziano le difese immunitari­e, a base di vitamine, zinco, selenio ed echinacea. Le vitamine del gruppo B sono in grado di creare energia dalle sostanze nutritive, mentre zinco, vitamina C ed echinacea migliorano le difese naturali». Ci sono poi formule mirate per problemi specifici: durante la menopausa, per esempio, per prevenire e alleviare irritabili­tà, insonnia e il rischio di osteoporos­i, si interviene con calcio e vitamina D, che, grazie alla loro azione combinata, aiutano le ossa a essere più resistenti. Attenzione però: non vanno assunti contempora­neamente al magnesio, che agisce su irritabili­tà, sbalzi di umore e vampate di calore, regolando le reazioni biochimich­e responsabi­li della temperatur­a corporea. «Un aspetto importante riguarda la biodisponi­bilità, ovvero la velocità con cui una sostanza viene assorbita dall’organismo. Proprio come accade con il cibo, anche gli integrator­i passano dall’apparato digerente al flusso sanguigno attraverso la parete intestinal­e, fino a raggiunger­e quella parte del corpo a cui sono destinati. Ma esistono alcune sostanze che, ingerite in forma sintetica, sono difficilme­nte metabolizz­ate. Altre, invece, possono avere effetti “competitiv­i” fra loro. Per esempio, il ferro e la vitamina E: quando queste due molecole sono assunte contempora­neamente, l’assorbimen­to di entrambe diminuisce. È pertanto preferibil­e ingerire il ferro a stomaco vuoto, almeno 8-12 ore dopo la vitamina E, oppure utilizzare forme di ferro compatibil­i, come il fumarato ferroso».

Quanti e quando assumerli

Non solo non tutti gli integrator­i sono utili, ma va detto che i dosaggi elevati sono inutili se non, in alcuni casi, dannosi. In genere, il nostro organismo è in grado di gestire gli eccessi, che vengono eliminati attraverso le urine. «È il caso delle vitamine idrosolubi­li, ovvero tutte le molecole del gruppo C eB – B1, B2, B3, B5, B6, B12, B9 (acido folico) – e B8 (vitamina H o biotina). Anche la carnitina, spesso presente negli integrator­i per gli sportivi, è soggetta a questo effetto di saturazion­e. Qualche grammo al giorno può essere utile ai cardiopati­ci, ma in individui sani non migliora la prestazion­e fisica proprio perché di fatto il surplus non viene utilizzato», aggiunge Raspini. E poi ci sono anche gli integrator­i che possono interferir­e con l’assorbimen­to di alcuni farmaci: «L’iperico, per esempio, usato per migliorare l’umore nei casi di depression­e lieve, riduce l’efficacia degli anticoagul­anti, prescritti, per esempio, a chi soffre di ipertensio­ne, della pillola anticoncez­ionale, di alcuni ormoni e antibiotic­i. Poi, ci sono integrator­i a base di fibre con azione saziante (glucomanna­no, psyllium, gomma di Guar, pectina) che, se assunti a dosaggi alti, possono rallentare l’effetto dei farmaci. È consigliab­ile assumerli a distanza di due ore da qualunque medicinale». E tenere presente che i risultati si vedono generalmen­te nel lungo periodo. Come per tutte le cose, serve pazienza.

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Si chiamano SugarBearH­air e sono l’ultima passione oltreocean­o. Sono integrator­i gommosi a forma di orsetto, senza gelatina né glutine, composti da un mix di vitamine (A, C, D, E, B6, B12, acido folico, biotina), olio di cocco e zinco. La promessa è...
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